“Ciao Danny. Vieni a giocare con noi?” E’ una battuta semplice, ma che tutti noi ricordiamo con indicibile sconforto. Perché l’immagine delle gemelline morte che invitano il piccolo Danny a giocare con loro per sempre è difficilmente cancellabile dalle nostre menti.

Il film di cui sto parlando è “The Shining” protagonista del nostro Halloween 2017. Tornerà nei Cinema, nella sua versione italiana da 119 minuti, per festeggiare i 40 anni dalla pubblicazione dell’omonimo acclamato romanzo di Stephen King.

In occasione di quest’evento specialissimo verrà proiettato prima del capolavoro horror il cortometraggio inedito “Work and Play”, il cui titolo richiama la frase battuta ossessivamente a macchina dal protagonista Jack Torrance nella versione originale inglese: “All work and no play makes Jack a dull boy”.

Ritorno all’Overlook Hotel

Girato fra il 1978 e il 1979 e uscito nel 1980, Shining, ha sconvolto un genere cinematografico, oltre che un’intera generazione, con la sua avvolgente e terrificante morsa.

Jack Nicholson, Jack Torrance nel film, raggiunge vette attoriali di una qualità palpabile. Porta giorno dopo giorno sul suo corpo i segni del male, della pazzia, che si annidano negli ambienti sovrannaturali dell’Overlook Hotel. Ambienti curati fin nei dettagli più insignificanti dal genio di Stanley Kubrick, il quale non si era mai dedicato prima di allora al genere horror.

La trama di Shining non è complicata: lo scrittore in crisi Jack Torrance accetta il lavoro di custode invernale in un albergo, l’Overlook Hotel, portandovi la propria famiglia.

Ma con il passare del tempo lo spirito maligno che impregna quegli spazi si impossessa di lui spingendolo alla furia contro la moglie Wendy, una terrorizzata Shelley Duvall, e contro il figlio Danny, interpretato da Danny Lloyd.

Decisamente iconici i lunghi ed enigmatici giri in triciclo di Danny, anche se la scena più famosa, divenuta rapidamente cult, resta quella del delirio di Jack mentre insegue brandendo l’ascia la propria famiglia.

Il successo di King sul grande schermo

La creatività oscura di Stephen King non si è limitata a restare racchiusa nei soli romanzi, si è rivelata attraverso la settima arte in molte occasioni. Il caso più recente è “IT”, record al box office in Italia, con la regia di Andy Muschietti, remake della mini-serie del 1990.

Sempre del 1990 è “Misery non deve morire” diretto da Rob Reiner con un’incredibile Kathy Bates.

Mentre andando avanti nel tempo fino al 2007 arriviamo a “The Mist” di Frank Darabont (di cui quest’anno è stata realizzata anche una serie televisiva) e al meno popolare ma fonte di grandi brividi “1408” diretto da Mikael Håfström,nel cast John Cusack e Samuel L. Jackson. Come non citare “Carrie” la cui versione più recente è uscita nel 2013 con la regia di Kimberly Peirce.

Sarebbe una grave mancanza, nonostante non si tratti di un horror, dimenticarsi di “Stand By Me” , film di Reiner fra l’avventura e il drammatico del 1986, tratto dal racconto “The Body” contenuto nella raccolta Stagioni diverse.

Questi sono solo alcuni titoli perché la lista completa è lunghissima. Ciò è evidente segnale di quanto la prosa di King sappia prestarsi al cinema ottenendo anche risultati più che soddisfacenti.

Il binomio King-Kubrick ha segnato una nuova epoca cinematografica per il genere horror, il riemergere di Shining sul grande schermo in una cornice di spavento più che appropriata costituisce un omaggio unico a uno fra i massimi capolavori dell’orrore.