Luca Pacioni, classe '85, è nato in provincia di Milano e ha iniziato a suonare la chitarra a soli 12 anni. Inizialmente era pura emulazione dei grandi artisti della musica italiana, poi grazie alla scoperta dell'esistenza di note, armonie, suoni e parole, è divenuto un vero e proprio cantautore che scrive brani di proprio pugno. Crescendo, si cimenta con le cover band cantando e suonando su ogni palco disponibile di locali o sagre di paese, guadagnando critiche, applausi, ma soprattutto esperienza. Nel frattempo ha continuato a scrivere canzoni, scoprendo che in quelle parole poteva dare voce ad emozioni e sentimenti.

Nelle note trovava spazio l'espressione degli stati d'animo difficili da sfogare nella quotidianità. La passione delle domeniche in camera e in sala prove è divenuta tutto questo: canzoni che parlano di percorsi ed incontri in cui ritrovarsi. Il 20 novembre scorso è uscito il suo primo disco, "Complice", anticipato dal singolo "Sei Tu", in rotazione radiofonica dallo scorso 29 settembre. Per scoprire qualche curiosità in più su questo progetto, noi di "Blasting News" abbiamo intervistato Luca. Ecco quello che ci ha raccontato.

L'intervista

Ciao Luca. A 12 anni è nato il tuo grande amore per la musica, studiando chitarra ed emulando i più grandi artisti. Come hai capito che saresti diventato un cantautore?

"Sinceramente ho avuto proprio la voglia di iniziare a scrivere qualcosa di mio già all'età di 12 anni, quindi molto presto. Poi, suonando cover di altri artisti, sono andato nei locali dove ho maturato sempre di più questa passione, e così ho preso la decisione di registrare le canzoni che ho sempre scritto in questi anni".

Chi sono gli artisti ai quali ti ispiri maggiormente o che ammiri di più?

"Sì, quello che mi ispirava di più era il rock americano come quello di Bon Jovi, di Bruce Springsteen e dei Pearl Jam, e rappresentava proprio il riferimento della musica che ascoltavo e suonavo. Poi quando ho iniziato a scrivere sono stato influenzato anche da artisti italiani.

L'ultimo artista che mi sta dando molto è Niccolò Fabi. Ultimamente Fabi ha fatto anche un concerto all'isola di Roma e sono andato a vederlo perché è un cantautore che mi sta dando tanto anche dal punto di vista musicale, e nei suoi testi mi ci ritrovo molto. Poi lui è molto bravo e spero di avvicinarmi pian piano alla sua maniera di scrivere, perché utilizza delle immagini che non sono per nulla comuni e che lasciano molto riflettere. Il suo è un modo di scrivere che mi piace particolarmente tanto".

Hai iniziato a scrivere molto giovane e piano piano con le varie esperienze sei riuscito ad avere una tua identità musicale. Come sei riuscito a trovarla? C'è stato qualcuno che ti ha aiutato, oppure hai fatto tutto da te?

"È venuto tutto in maniera naturale. Si capisce il proprio modo di scrivere nel momento in cui inizi a scrivere una canzone. Infatti spesso i miei riferimenti artistici a volte sono diversi da come scrivo, ma nel momento in cui mi trovo a scrivere un brano cerco di delineare bene quella che è la mia identità attuale. Quindi è per questo che poi emerge fuori il cantautore nel momento in cui mi trovo a scrivere. Logicamente, se devo dire un avvenimento importante, è quello dell'incontro con Roberto che è il mio produttore artistico che ha creduto in me e ha cercato di far crescere questa mia maniera di scrivere. Io e lui abbiamo trovato un punto fermo della mia scrittura e l'abbiamo portato avanti in modo tale che il primo album 'Complice' avesse un filo logico con il mio modo di scrivere.

In qualche modo lui ha fatto sì che mi facesse procedere in una direzione chiara e definita. Chiaramente avevo bisogno di mettere in ordine tutte le mie idee e lui in questo mi ha aiutato molto".

Il tuo album "Complice" racconta un po' dell’amore in generale in tutte le sue sfaccettature. Come è nato? E quanto tempo ci hai messo a realizzarlo?

"Complice, essendo il primo album, contiene delle canzoni che ho scritto qualche anno fa. Ad esempio, il singolo 'Sei tu' è stato scritto quasi 9 anni fa. Questa raccolta di canzoni rappresenta davvero quello che sono. Quindi, a parte i brani che sono stati scritti un po' di tempo fa, gli altri fanno parte di un percorso degli ultimi anni ed è nato un po' come tutte le canzoni che sono nate nella mia sfera più privata, quindi a casa mia nella mia camera.

Queste però sono state create con la consapevolezza che un giorno sarebbero diventate mature per poter "uscire di casa" ed essere condivise tra la gente. È proprio come se dessi una vita a questi brani e con questo album di sono riuscito".

All'interno del tuo disco c'è una canzone intitolata "Sei tu". È dedicata a qualcuno in particolare o è tutto un concetto astratto e immaginario?

"Tutte le canzoni sono dedicate a qualcuno, nel senso che parlano di complicità che ho avuto nella mia vita fino ad oggi. 'Sei tu' è proprio una di quelle ed è dedicata ad una persona che ancora fa parte della mia vita. Parla di due persone che hanno avuto modo di negarsi per poi giungere alla conclusione che lo stare insieme è l’unico scenario possibile.

Però tutte le canzoni parlano di qualcuno o qualcosa che realmente ha fatto parte di me".

Oggi la musica è particolarmente legata ai talent show o al palco di Sanremo. Cosa ne pensi? Se ti proponessero di partecipare ad uno di questi "palcoscenici televisivi", a quale andresti?

"Sanremo sarebbe quello più adatto ed è quello a cui terrei maggiormente e che ti fa mantenere la tua identità. Il talent show snatura quello che ti rappresenta perché ti trovi nelle dinamiche un po' diverse, però sicuramente il palco dell'Ariston è una soluzione che potrei prendere in considerazione per il futuro. Entrambe sono delle esperienze che potrebbero aiutare un artista, ma tra le due Sanremo sarebbe quello più indicato per me".

Con quale artista ti piacerebbe collaborare? E di quale artista vorresti aprire un concerto?

"Sicuramente Niccolò Fabi sarebbe quello che mi interessa maggiormente. Poi quelli un po' diversi da me nella maniera di scrivere. Ma se devo aggiungere qualcosa dico Tiziano Ferro che è un artista che apprezzo molto, soprattutto quando ha iniziato a farsi conoscere al grande pubblico. Sicuramente lui è quello che più si avvicina al mio genere".

Quali progetti stai preparando in cantiere?

"Ora sto continuando a scrivere, e sicuramente questa è la cosa più importante in vista dell'album. Poi vorrei suonare il più possibile dal vivo perché ho bisogno del contatto con la gente e di prendere tutte quelle sensazioni ed emozioni che il palco mi dà per poi trasformarle in musica. Per adesso sono contento che l'album piaccia alle persone, e quello che desidero è che vorrei farmi conoscere il più possibile".