I centri storici della nostra isola, uniti alla creatività con cui le nuove generazioni siciliane si riconoscono artefici delle proprie fortune, si arricchiscono di spazi di artigianato locale ispirati ai temi della terra in cui viviamo che rendono le nostre città mete ancora più attrattive per i turisti. La bellezza nobiliare e barocca di Noto ha saputo accogliere in questi anni esperienze artistiche di piccoli imprenditori che si sono affiancati alle più tradizionali iniziative ricettive e gastronomiche, completando l’offerta che nutre una bella passeggiata lungo le vie grandi e piccole di una delle perle del sud-est siciliano.

Non c’è più solo il corso che va dalla Porta Reale a Piazza Teatro, ma anche le tante strade che salgono verso via Cavour o ridiscendono in via Aurispa. Ci meraviglia, di settimana in settimana, l’evoluzione che sta caratterizzando via Rocco Pirri, grazie all’impegno di tanti piccoli investitori. Nel mondo che è diventato un villaggio globale, si affermano come oggetto di interesse le identità locali: l’artigianato coltivato con intelligenza diventa la ragione di un successo.

Creazioni e decorazioni

Un carretto siciliano disegnato a mano sulla mattonella in ceramica di un pavimento che sorprenderà gli ospiti di un altrove oltre lo Stretto, teste di moro siciliane riprodotte su collane che continueranno a raccontare storie della nostra tradizione, fichi d’india sulle borse, coralli sulla moda mare, limoni sugli orecchini, odori ed emozioni del vissuto quotidiano e magico che incanta i turisti come nelle produzioni di Francesca Paneforte, originaria di Priolo Gargallo, che da oltre un anno espone i propri accessori di abbigliamento anche a Noto, dove ha spostato il proprio domicilio.

Investire sull'artigianato

Noto città aperta che accoglie e valorizza talenti della provincia che trovano nella misura d’uomo del suo perimetro urbano una vetrina su un mondo più grande, pur in una Sicilia che oggettivamente ancora soffre per dati statistici negativi sulla disoccupazione giovanile e sulla fuga di competenze verso il nord del paese.

Un modello, tuttavia, che rappresenta un punto di riferimento nell’ambito di una prospettiva di rilancio dell’economia siciliana e un possibile indirizzo per quelle gestioni amministrative - locali, provinciali, regionali - che vogliano puntare sulle produzioni di qualità esistenti nel territorio siciliano.