Dopo il successo dell’ottimo “Ex machina” del 2015, lo scrittore e sceneggiatore inglese Alex Garland torna dietro la macchina da presa e ancora una volta si confronta con il Cinema di fantascienza. Adattando liberamente l’omonimo romanzo di Jeff VanderMeer, realizza il suo secondo film, Annientamento (disponibile su Netflix dal 12 marzo), ulteriore esempio di come questo genere possa regalare pellicole complesse e profonde.

Dopo aver trattato il rapporto uomo-androide e il significato più autentico di cosa sia davvero umano, Garland (anche stavolta nelle doppie vesti di regista e sceneggiatore) affronta il tema dell’ignoto, dell’esplorazione, del cambiamento.

Elementi tanto affascinanti quanto inquietanti allo stesso tempo e che toccano non solo il mondo intorno a noi, ma anche noi stessi, il nostro corpo e la nostra anima.

Dentro il 'Bagliore'

In una zona costiera paludosa e poco abitata degli Stati Uniti, denominata Area X, una misteriosa aura luminosa, definita “Bagliore”, si sta lentamente espandendo senza che nulla riesca a fermarla. Diverse missioni militari segrete hanno tentato di esplorare il Bagliore per comprenderne le origini, ma nessuno ha mai fatto ritorno a parte il sergente Kane, interpretato da Oscar Isaac (“Ex machina”, “Star Wars: the last jedi”, “A proposito di Davis”), marito della biologa Lena (il premio Oscar Natalie Portman).

Kane è sopravvissuto ma è afflitto da un male apparentemente incurabile e senza spiegazione. La moglie decide quindi di unirsi alla spedizione successiva nell’Area X per scoprirne le cause e salvare il marito con le sue competenze da biologa. Seguendo le orme di una squadra di cinque donne, comandata dalla dottoressa Ventress, psicologa militare con il volto di Jennifer Jason Leigh (“The hateful eight”), gli spettatori sono condotti all’interno del Bagliore dove ad attenderli trovano grandi meraviglie, ma anche pericoli e misteri.

Esplorazioni

Con un sapiente lavoro di montaggio, il film alterna le scene all’interno dell’Area X a flashback del passato di Lena. L’esplorazione quindi è duplice: esterna, perché rivela passo dopo passo la verità dietro il Bagliore, ma anche interiore, perché fa emergere i trascorsi, le paure e le inquietudini della protagonista e delle sue compagne di avventura, mostrando come i pericoli maggiori siano forse dentro di noi.

Il ritmo del film è caratterizzato da una lentezza che non annoia ed è anzi funzionale ad alimentare la tensione e gli spunti introspettivi. Elementi sostenuti da una regia e da un sonoro mai ingombranti e in grado di sostenere efficacemente il messaggio della pellicola.

Peccato per i cinema

Forse è stata proprio questa complessità generale a non convincere del tutto i produttori della Paramount, spingendoli a non mandare il film nelle sale cinematografiche (dove sarà presente solo in Stati Uniti, Canada e Cina) e accordarsi invece con Netflix per la distribuzione. Ed è un vero peccato perché la magnifica fotografia e gli effetti visivi avrebbero fatto un’ottima figura sul grande schermo.

“Annientamento” non è privo di difetti: in alcuni momenti la trama procede un po’ troppo a rilento e alcuni temi avrebbero meritato un approfondimento maggiore, magari superando le due ore di durata totale, senza per questo rischiare di annoiare.

Ma questa pellicola avrebbe meritato più fiducia e non deluderà gli appassionati di fantascienza. Natalie Portman si conferma ancora una volta una protagonista di prima qualità e un’attrice capace di dare una marcia in più a qualunque personaggio interpretato. Il catalogo di Netflix ne esce sicuramente arricchito soprattutto in un settore come quello dei film dove deve puntare a offrire molto di più.