Ebbene si, la più famosa opera di Leonardo, la Gioconda, è pronta a lasciare il museo del Louvre. Sembra una notizia di calciomercato, invece stiamo parlando del sorriso più emblematico e misterioso che il nostro amato Leonardo da Vinci ci ha lasciato.

Partire? Ma per dove?

La destinazione precisa non è stata ancora resa ufficiale, ma la certezza della partenza è oramai una cosa fatta, in molti si sono fatti avanti per ospitare l'opera, e tra i tanti anche il nostro Paese. Il ministro francese Nyssen ha dichiarato che opere come quella di Leonardo non possono essere confinate in unico luogo, ma è giusto che tutti possano ammirarle e godere di ciò che l'Arte è in grado di darci.

Questa è l'idea culturale del ministro francese che reputa l'arte una concreta forma di linguaggio, ma sopratutto un comportamento di lotta contro la segregazione culturale. Ovviamente ha sottolineato che questo tipo di "grande tour itinerante" ha i suoi pro e i suoi contro, il primo è senza dubbio la conservazione dell'opera, le attenzioni che riceve al museo del Louvre sono invisibili perché non vediamo il lavoro di chi se ne prende cura quotidianamente, senza tali "attenzioni" oggi non potremmo meravigliarci di questo sorriso.

Ma gli esperti cosa dicono?

Non sono mancate le critiche su questa decisione da parte di esperti e conservatori, ovviamente il primo pensiero è la sicurezza dell'opera, sia per escludere possibili furti, ma anche per evitare il danneggiamento del quadro.

Dopo il 1913 la Gioconda non è più uscita dal Louvre, infatti l'opera fu rubata nel agosto del 1911, le autorità francesi di quel tempo sospettarono in primis dell'impero Tedesco a causa di dissidi tra i due Stati, poi le attenzioni passarono sul poeta Apollinaire, poiché egli stesso dichiarò di voler rubare e distruggere tutti i capolavori di tutti i musei del mondo per sostituirli con un'arte nuova; in più, con queste sue dichiarazioni mise sotto la lente d'ingrandimento anche il famoso pittore iberico Pablo Picasso, il quale venne accusato dall'amante di Apollinaire di ricettazione; la stessa affermò di aver acquistato da Picasso delle statuette antiche provenienti dallo stesso museo del Louvre.

Nel 1913 dopo moltissime ricerche si scoprì che il vero ladro fu Peruggia, il quale affermava che la Gioconda fosse stata trafugata da Napoleone e che quindi fosse italiana. Il Peruggia tentò di rivendere il quadro ad un famoso antiquario di Firenze che, insospettito dalla richiesta, ma sopratutto dalla lettera ricevuta dallo stesso ladro, riuscì insieme al curatore del museo degli Uffizi a farsi consegnare l'opera, e dopo essersi accertati che fosse l'originale avvertirono le autorità competenti.

una volta recuperata, la Gioconda, quindi, fece il giro della penisola italiana per poi tornare al suo posto nel museo parigino del Louvre nel 1913.

Dopo questa clamorosa notizia la prima candidata ad ospitare la Gioconda potrebbe essere la città di Lens, dove già nel 2012 fu aperta una succursale del museo del Louvre; difficile, ma non impossibile, un ritorno nei nostri confini da dove manca appunto dal 1913.