Alfredo Troise, un artista innovativo e geniale affetto dalla sindrome di Gilles de la Tourette, racconta in esclusiva a BlastingNews le sue ultime iniziative culturali e la sua difficile vita quotidiana.

Pittore e scultore quarantenne nato a Napoli e cresciuto ad Arzano, un comune ricco di contraddizioni e sito nella difficile periferia a nord della città partenopea, sin da giovanissimo si è dedicato anima e corpo all’Arte. La noia dilagante figlia di un degrado diffuso, la diffidenza, e tanta “controcultura militante” ostentata da molti cittadini, vista la sua particolare condizione, non hanno mai scoraggiato l’estro di Alfredo.

Anzi, questi elementi sono stati per lui fonte di notevole ispirazione e incentivo a continuare la sua umile ma intensa battaglia quotidiana.

Avere difficoltà a trattenere il turpiloquio e alcuni movimenti, sono tratti invalidanti che non lo hanno mai fatto apparire la “persona normale” che è, ma l’artista ha saputo trasformare la sua malattia invalidante in un tratto caratteristico. Innumerevoli le sue mostre in Campania tra vernissage ed esposizioni di acquarelli e sculture che simboleggiano la sua complessa interiorità, come il suo soggetto preferito: l’occhio che guarda la società e la studia. Quella stessa società che lo guarda con sospetto e lo giudica ogni giorno.

L’artista è reduce dal successo della mostra: “La divina sindrome” tenutasi al Caffe Vivaldi di Firenze a febbraio di quest’anno, 2018 e dall’esposizione di acquerelli all’interno di un coiffeur sito in via La Scala ad aprile 2018 sempre a Firenze.

Mentre in Abruzzo ha esposto una mostra personale all’interno dell’Oasi di Serranella a Giugno 2018.

L’artista racconta se' stesso e il suo disagio

Alfredo Troise, contento dei risultati ottenuti dopo anni di oblio ingiusto e tanti sacrifici, ricorda la difficoltà della sua vita quotidiana, fatta anche di precarietà economica e non solo sociale: “La mia sindrome è certificata sotto il profilo medico ma poco conosciuta dalla maggioranza delle persone - sottolinea Alfredo - per fortuna c’è la mia famiglia che mi sostiene dato che il lavoro di artista non ti da nessuna garanzia.

La mia vita non è semplice, una lotta quotidiana, avvincente ma spesso stancante".

Prima di proseguire: “Ho dovuto interfacciarmi con una caterva di ipoevoluti massificati alla tradizione gomorroide e camorristica, un tessuto sociale stratificato da anni ignoranza ed analfabetismo funzionale- continua l’artista- un pezzo di società senza sbocchi per chi avesse voglia di scrollarsi da dosso quella etichetta di sotto acculturati oltre all’ enorme disagio sociale dovuto dalla mia patologia che mi ha fatto vivere in un oblio continuo.

Bisogna diventare come l’acqua: capaci di adeguarsi a tutti i recipienti a tutte le vicissitudini, se sei troppo rigido ti spacchi”.

L’artista poi, spiega come ha trasformato il suo disagio nella sua arte: “Tutti i “mostri” della società hanno una base di notevole genialità, ma anziché convogliarla nella luce, preferiscono sparare tutto nell’oscurità. Personalmente, ho convogliato il mio lato oscuro verso le mie opere trasformandolo in arte. La mia è una patologia complessa, uno scompenso neurologico che colpisce l'emisfero sinistro del cervello quello preposto ai freni inibitori che comporta tic motori fonici e vocali, con conseguenziale turpiloquio”.

E, infine, spiega la sua complessa situazione economica: “Vivo con un sussidio di euro 290;00 riconosciutomi dallo stato, senza avermi convalidato la pensione di accompagno.

Ho fatto richiesta per avere un’integrazione ma è stata respinta, in ambito del risultato pensionistico fallimentare posso asserire che purtroppo l’Italia non è un "paese" per cittadini onesti, e che molte volte pone davanti ad un bivio alcune persone di scegliere l'espediente per ottenere quello che magari con la prassi legale risulterebbe difficile od inutile. Con questo non giustifico ne assolvo chi commette reati di qualsiasi tipo-conclude poi- per tirare acqua al suo mulino, ma non biasimo chi ricorrerebbe ad escamotages per ottenere "giusta giustizia" e piantare la bandiera sulla terra dei propri diritti”.

Parole forti quelle dell’artista Troise, che però sono figlie di una condizione assai complessa, che di certo non può essere colmata solo dall’arte e dall’affetto dei più cari.

Le prossime mostre dell’artista partenopeo

In Campania, la sua regione di origine, Troise esporrà degli acquerelli in occasione dei concerti organizzati dalla bottega Chiostro di San Francesco durante il mese Luglio a Benevento, evento che combina jazz e musica popolare organizzato da Enrico Minicozzi, noto liutaio e caro amico dell’artista che già l’anno scorso avevo fatto esporre le sue opere durante tale manifestazione culturale.

E, infine, ad agosto, contattato da Maria Pia Cirillo, critica d’arte che si occupa della psicologia della pittura, esporrà un'opera scultorea al Castello di Agropoli in occasione di una mostra collettiva di 100 artisti provenienti da tutto il mondo.