Una mostra di grande bellezza quella che il Mudec dedica ad Javier Marin Corpus sino al 9 settembre 2018. Da vedere assolutamente, mancano ancora tre settimane, perchè le opere che ci propone, presentate già oltre che in Italia, anche in Olanda, Belgio, Francia e Messico sono qualcosa di unico e di decisamente originale e imponente .L'artista non dà titolo alle sue sculture perchè rispettoso della volontà interpretativa dello spettatore, ma certo dietro all'imponenza e classicità e insieme anticlassicità delle sue opere stanno principi quali 'la continuità della vita', 'il doppio', 'l'indagine interna e la sezione sagittale', 'il dentro e il fuori', il 'principio dell'essere gemellare'.

Caratteri della mostra Corpus

Certo è che vederle è un po' come perdersi nell'equilibrio di forme classiche e proporzionate e insieme, nello stravolgimento, stante le posizioni che occupano, delle stesse, è un po' come perdersi in un universo di bellezza antica rivisitata da principi postmoderni. Ed ecco sfilare opere come Scultura Imperatore con un corpo di uomo infilato su un asse ma a testa in giù,'l'orologio' la cui lancetta è il corpo di un uomo e i numeri sono lettere dai significati spirituali, il grande pannello all'entrata composto dalle ossa, parti di corpo, teste e braccia di esseri umani che invade l'ingresso come una gettata di scheletri di un campo di sterminio.

36 opere che lasciano sorpresi e affascinati

La sua opera produce meraviglia ed irrompe nella visione di chiunque con la bellezza di una statua classica ma anche con l'irrisione di un corpo estraneo. Sfugge ad una catalogazione certa, per questo le statue hanno titoli generici e l'artista lascia allo spettatore totale libertà interpretativa.

Altro aspetto che lo scultore messicano tiene a sottolineare è il rispetto e la considerazione che egli riconosce ai suoi collaboratori, per cui il manufatto nella sua imponenza è il frutto dell'idea dell'artista ed insieme del lavoro in squadra dei suoi aiutanti.

Bella e irriverente questa mostra, con una ricchezza di materiali che vanno dal bronzo, alla pietra, al legno, e nuovo nel suo genere, alla resina.

L'esposizione è accompagnata da testi di Christian Barragan, Achille Bonito Oliva e Romanini, ed è stata curata da Christian Barragan e Simona Serino. Va ricordato che lo scultore non è la prima volta che interviene su Milano, mirabili le grandi sculture di cavalli e cavalieri poste davanti al Duomo di Milano una decina d'anni fa.

La mostra Corpus rimarrà aperta al pubblico al Mudec sino al 9 settembre.