Gianluca Iannetti, in arte Grein, nasce a Roma nel 1999, e trascorre gran parte della sua infanzia nel Quartiere Appio Latino. Da piccolo comincia ad avvicinarsi al mondo della musica grazie al padre musicista, suonando il basso. Crescendo, si appassiona al genere Rap, inizia ad esibirsi in vari locali della Capitale, e prende parte a numerosi contest musicali del primo anno di liceo scientifico.

Successivamente pubblica sui propri canali YouTube le sue canzoni che gli consentono di vincere il contest "One Shot Game", manifestazione che, tra i vincitori, vanta anche Ultimo nel 2016.

Il 6 agosto esce il videoclip di "Pausa G", il suo singolo d'esordio dal sapore estivo e dai toni allegri e spensierati che, allo stesso tempo, rispecchia l'energia e l'aggressività beat-trap del giovane artista. Per sapere qualcosa in più su di lui, noi di Blasting News l'abbiamo raggiunto per un'intervista esclusiva.

L'intervista

Ciao Gianluca, una domanda per rompere un po' il ghiaccio: com'è nato il nome d'arte di Grein?

Il nome d'arte è nato quando facevo ancora i graffiti ed ero ancora un adolescente. Il nome non ha un vero è proprio significato, ma è composto da due parole in inglese, "gray" e "rain", quindi "pioggia grigia". Insomma, sono stato sempre molto attratto ed ispirato dalla pioggia, mentre il grigio è venuto spontaneo per dire che è il colore del cielo.

Quindi da ciò emerge un lato di te cupo che deriva proprio da un tuo vissuto…

Sì, diciamo che ho voluto interpretarlo così. Comunque, con il mio singolo "Pausa G" ho ritrovato il mood più spensierato, ma c'è sempre dell'aggressività e molta fame nei miei pezzi. Infatti il periodo della mia adolescenza è sempre stato un po' grigio, ed ero stimolato a suonare e a scrivere pezzi.

Così mi sono avvicinato all'arte in maniera inconsapevole. Grazie alla pioggia, ho sempre trovato questa forte ispirazione.

Ti sei avvicinato alla musica grazie a tuo padre, suonando il basso. Com'è nata questa passione per il rap?

Tutto è nato quando avevo 11 anni e ho sempre ascoltato musica, e mio padre musicista mi ha fatto avvicinare prima alla batteria e poi al basso, che so ancora suonare abbastanza bene.

Quindi ho ascoltato principalmente rock e rap, ma alla fine ho intrapreso la strada del rap che è un genere in cui sentivo l'esigenza di esprimere la mia arte. Quando ho cominciato a scrivere, mi sono addentrato sempre di più in questo mondo e ho abbandonato il rock. Alla fine vedevo che il rap mi appagava a livello personale, perché mi ha sempre appassionato tantissimo scrivere. Infatti non faccio freestyle, in quanto non mi è mai piaciuto e non vengo assolutamente da quello.

Di cosa raccontano le tue canzoni?

In questo periodo in cui è molto influente la trap, ho cambiato le tematiche dei miei brani, ma in generale scrivo tutto ciò che sento in quel momento. Diciamo che nei miei testi c'è sia Gianluca che Grein.

Quest'ultimo rappresenta tutto ciò che mi passa per la testa, e con l'ultimo singolo ho addolcito questo mio lato fatto di temi e ritmi pesanti. In questo progetto c'è tutto me stesso.

Diciamo che sei un artista dalla doppia personalità…

Sì, diciamo che a me piace molto dividere Gianluca da Grein, che sono due persone diverse. Grein rappresenta l'esaltazione di me stesso, mentre Gianluca sono semplicemente io.

Sappiamo che hai vinto il "One shot Game", il contest dedicato a giovani talent del rap. Puoi raccontarci come è andata quest'esperienza?

Nel 2017 ho avuto modo di partecipare a questo contest che mi ha portato a firmare un contratto per Honiro, con cui uscirà la mia prima collaborazione ufficiale.

Comunque, abbiamo fatto tanto ma tanto lavoro, e in questi due anni in cui tutto è cominciato in maniera più seria, posso dire che ci siamo fatti il ma**o. A parte questo, voglio raccontare una cosa strana che mi è successa… io, in realtà, non volevo nemmeno fare il contest e non volevo andarci per nessuna ragione. Infatti, tutte le volte che partecipavo non andava mai bene! Poi, una mattina, il mio videomaker mi ha detto: "Ma che stai facendo? Hai tutto preparato e non ci vai?", ma io ormai avevo perso le speranze e dicevo che tanto era inutile partecipare perché vincevano sempre altri artisti. E così sono stato preso per i capelli, sono andato al contest e ho vinto. Direi che è tutto merito del mio videomaker, ha fatto tutto lui: mi ha comprato la chiavetta USB e mi ha messo tutte le tracce musicali… Incredibile!

Il 6 agosto è uscito il videoclip del tuo primo singolo, "Pausa G". Di che cosa racconta? Perché proprio questo titolo?

Il singolo è nato quando non avevo ancora firmato il contratto. Quindi c'era tutto questo dubbio in cui non si sapeva cosa dovevo fare, e poi è iniziato tutto in merito a quest'idea di "pausa". Infatti, mentre scrivevo il pezzo, ho scaricato tutte le mie tensioni e da quel momento lì è nato il nome di "Pausa G", perché ero in pausa dallo stress, dal lavoro e da qualsiasi cosa. Ora sto lavorando duro e altro che "Pausa G", in agosto sarò sempre in studio!

Il tuo genere spazia dal Beat-Trap con tecniche rap, e si può dire che ultimamente stia spopolando parecchio anche nelle radio.

Che ne pensi della scena rap/trap italiana attuale? E come mai piace così tanto ai ragazzi?

Penso che la scena trap italiana abbia raggiunto il punto più alto della storia, perché i suoni che si sentono adesso in questo genere non si erano mai sentiti. Comunque, è da tanto tempo che seguo la scena rap tipo quella di Marracash, un artista che ho visto crescere ed evolversi. La scena trap italiana sta avendo degli ottimi risultati anche all'estero, e questo lo si capisce anche dai vari trapper come Sfera Ebbasta. Secondo me i ragazzi vengono attratti dal fatto che il rapper tratta cose molto più pesanti, tutte tematiche che, tra l'altro, ho sempre seguito e supportato. Diciamo che il bacino del rap si è amplificato proprio perché è un genere genuino che resta su una base musicale sulla quale puoi raccontare ciò che ti pare e chi sei.

Questo è quello che faccio io che, tra l'altro, non è basato su tematiche sociali, ma più che altro su un suono diventato più pop e più arrangiato. Direi che il rap e la trap sono generi piuttosto popolari in America e ultimamente stanno prendendo piede anche in Italia.

Come spiegheresti la trap ad un pubblico più adulto che magari è molto più vicino ad altri generi?

Credo che sia difficile spiegarlo a quelli più adulti proprio perché sono abituati ad altri generi. Direi che tendono molto ad ascoltare le sonorità e, di conseguenza, si stanno abituando anche ai testi nonostante non capiscano alcune tematiche, ad esempio la droga per la Dark Polo Gang. Purtroppo, in generale si devono abituare alla trap perché alla fine è il rock del 2018.

Insomma, ai loro tempi c'era il rock, invece ai nostri c'è la trap.

Tornado a parlare della tua musica: hai dei principali modelli d'ispirazione?

In generale, ascolto molto poco gli artisti della scena italiana perché non voglio lasciarmi influenzare. Quindi preferisco quelli americani e ne ascolto tanti, in quanto non mi piace soffermarmi su un solo artista, ma voglio prendere spunti un po' da tutti. Direi che la cosa migliore da fare è ascoltare diversi artisti e non omologarsi. Io ci sto lavorando e spero di migliorare ancora di più.

Potresti anticiparci qualche tuo prossimo progetto futuro, tipo qualche data di tour o album?

Dopo l'estate uscirà un discoche, tra l'altro, è abbastanza risaputo perché le persone che mi seguono me lo stanno chiedendo da molto tempo.

Quindi direi che uscirò con un album che verrà anticipato da un singolo, se non addirittura due.

Come ti vedi tra una decina d'anni?

Per adesso sono ancora all'inizio, anche perché ho 18 anni e non ho ancora finito la scuola. Quindi sono ancora "young", e tra 10 anni spero di aver fatto tanti, ma tanti passi in avanti e progressi, e per farli sto lavorando duro. Insomma, mi auguro che accada qualcosa di grosso.