Dopo la seconda guerra mondiale, in America inizia un importante periodo di ristrutturazione con un’economia che tende rapidamente a svilupparsi. La politica prova a ostacolare l’irruenza del comunismo, i soldati tornati a casa respirano una situazione socio-culturale di marca piuttosto conservatrice. Nelle aree suburbane ha successo e si afferma l'ideale della famiglia, i bambini possono contare su una macchina dell’istruzione ben delineata. È questo il contesto che lo scrittore John Grisham usa come fondale per la sua nuova opera, “La resa dei conti” (Mondadori, pag.

420) che sarà pubblicata il 20 novembre 2018.

Un viaggio incredibile

Si può viaggiare per diletto, si può intraprendere un cammino per motivi scientifici, o alla ricerca di se stessi. Pete Banning, questo il nome del protagonista di Grisham, invece, ha viaggiato a spese della patria, come tanti altri militari della seconda guerra mondiale. L’America entrò tardivamente nell’agone belluino che incendiò l’Occidente alla fine degli anni trenta e forse, se il governo americano avesse deciso diversamente, Pete non sarebbe incorso in una situazione di tale portata. Insomma, era un proprietario terriero (molti dei campi di cotone di Clanton, in riva al Mississippi, appartenevano alla sua famiglia), i suoi concittadini lo consideravano persona dignitosa, svolgeva l’attività di membro della comunità metodista con fede, era padre di famiglia particolarmente benvoluto.

Eppure, riuscì a disegnare un mistero terribile.

Non ho niente da dire

Quando si manifesta un mistero e si conosce il suo autore, l’unico modo per venirne a capo è chiedergli la spiegazione, lo svelamento di ciò che – per lo meno apparentemente – non segue alcuna logica. Tuttavia, fra le pagine del giallo e in questo caso, questa ipotesi si sgretola miseramente contro l’inossidabilità di cinque parole: “Non ho niente da dire”.

Tutta qua la banale spiegazione che Banning porge agli inquirenti. Il mistero resta intatto. Il fatto è che, il protagonista, un giorno e di buon mattino, si è recato in chiesa e ha ammazzato Dexter Bell. Quest’ultimo aveva almeno due qualifiche che avrebbero dovuto funzionare come deterrenti per l’immane gesto di un uomo che godeva il rispetto di tutti: Bell era un suo caro amico ed era il reverendo della comunità, condizione che, vista la fede sincera professata dall’assassino, lo situava in alto nella scala dei suoi valori.

Eppure gli ha puntato il fucile e, con studiata determinazione, ha sparato. La comunità di Clanton lo vede giustiziare, le sue ultime parole di giustificazione sono state ancora una volta “Non ho niente da dire”. L’uomo si porta il segreto nella tomba.