Mondo Marcio è tornato a parlare del suo controverso rapporto con l'attuale scena Rap, l'ha fatto nell'ambito di una video intervista concessa a Esse Magazine, la stessa in cui è tornato a parlare di suo padre, spiegando di averlo rivisto dopo circa 20 anni. Durante quest'ultima ha ribadito di sentirsi ormai un pesce fuor d'acqua e di non riconoscersi nei valori dominanti del rap italiano in questo momento, ben distanti da quelli che caratterizzavano il movimento quindici anni fa, ai tempi del suo precocissimo e altrettanto fortunato debutto.

Valori che secondo Mondo Marcio si sono letteralmente capovolti, emblematico in tal senso questo passaggio: "Un tempo si mettevano da parte i soldi per poter fare musica, oggi si fa musica per fare soldi".

La sindrome del ca... corto nel rap italiano

Il rapper e produttore ha parlato poi di un problema di invidia tra gli addetti ai lavori nel mondo del rap, qualcosa che spesso impedisce di comprendere come il successo dei singoli artisti possa giovare anche a tutti gli altri, un meccanismo che l'artista milanese riscontra oggi come dieci anni fa, queste le sue parole, pronunciate circa al minuto nove del video: "Nel 2010 dovevo riformare la squadra, il successo di Solo Un Uomo mi aveva messo in una sorta di bolla. Gran parte della scena rap non vedeva il mio successo come un traguardo di tutti, come lo vedevo io, e come lo vedo tutt'ora. Lo vedevano soltanto come un mio successo, isolato dal resto.

Credo che questo sia un problema tutt'ora presente nel rap italiano, c'è la sindrome del ca... corto. Nel senso che tutti hanno paura dei successi degli altri, la vedono così: se tu vinci stai togliendo qualcosa a me. Ed è una ca...ta, perché possiamo entrambi fare soldi, possiamo entrambi avere successo. Anzi, di solito più rapper hanno successo, più ne giovano anche altri, quando si alza la marea si alza per tutte le barche".

L'incontro con suo padre: 'Le difficoltà ti danno una marcia in più'

Altro momento sicuramente degno di nota, soprattutto per i supporter di lungo corso del rapper milanese, verso il minuto dodici, quando l'autore di 'UOMO!' ha raccontato di aver recentemente rivisto suo padre. Mondo Marcio, apparso visibilmente emozionato, ha spiegato come la mancanza di una figura genitoriale maschile – argomento centrale della sua poetica, soprattutto nei primi anni di attività – per quanto possa averlo profondamente segnato a livello personale, al punto da definirla 'Qualcosa che non augurerei mai a nessuno', lo abbia sicuramente aiutato dal punto di vista artistico, queste le sue parole: "Mio padre l'ho rincontrato a 30 anni.

Di sicuro umanamente per me averlo a fianco da ragazzo sarebbe stato più facile, perché comunque non avere una figura maschile quando hai sedici anni è una cosa che non auguro a nessuno, ti senti veramente il mondo sulle spalle. Però mi avrebbe dato anche meno slancio, le difficoltà ti danno una marcia in più".