William Stanley Merwin nato a New York City, 30 settembre 1927 è morto a Haiku ieri, è stato uno dei più influenti poeti statunitensi del nostro tempo. È autore di ben oltre trenta libri di poesia, nel suo patrimonio artistico letterario annovera anche traduzioni e prose. Attento e attivo, il poeta americano, è stato sostenitore del movimento contro la guerra negli anni ’60. Merwin si è distinto per lo stile di narrazione unico per l’utilizzo di un discorso indiretto e privo di punteggiatura. Gli ‘80 e ‘90, sono stati anni di profondo cambiamento per la sua scrittura, in quanto le sue produzioni sono state influenzate dalla sua passione per la “filosofia buddista” e per “l'ecologia profonda”.

Ha vissuto i suoi ultimi anni alle Hawaii, in merito, ha scritto moltissimo sul risanamento delle foreste pluviali proprio di queste isole tropicali dell’Oceano Pacifico.

Premio Pulizer per la poesia

Merwin nel corso della sua carriera di scrittore e poeta ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra questi il più prestigioso è stato il “Premio Pulitzer per la poesia” negli anni 1971 con "The Carrier of Ladders" e nel 2009 con "The Shadow of Sirius". William Stanley Merwin ci ha lasciati all'età di 91 anni. La notizia della scomparsa dell'autore, morto nel sonno nella sua dimora alle Hawaii, è arrivata dal suo editore "Copper Canyon Press e dalla Merwin Conservancy", associazione ambientalista creata dallo stesso scrittore.

È stato poeta produttivo e poliedrico che si è sempre evoluto insieme alle sue passioni e alla sua scrittura, ha lottato contro la guerra e ha celebrato e protetto la natura. Ha scritto moltissimo sui temi come la distruzione dell'ambiente e la guerra in Vietnam. Paradossalmente Merwin è morto proprio il giorno nel quale è stata organizzata la manifestazione globale dalla sedicenne Greta Thunberg contro il riscaldamento globale.

La prima raccolta di poesie dello scrittore porta il titolo di A Mask for Jenus, fu pubblicata nel 1952 dalla "Yale Younger Poets Series" . Citiamo una delle poesie più conosciute dello scrittore tradotte in lingua italiana.

Al buio

Quand’è l’ora io seguo il cane nero nell’oscurità

che è la mente del giorno

non vedo altro lì che il cane nero

il cane che conosco

e che mi va davanti senza voltarsi

oh sì che è il cane nero di cui ora mi fido a mia volta dopo gli anni

quando avevo la fiducia intera del cane nero per un’età di splendore e per l’ombra

e via nella cecità del cane nero dove le stanze del buio già si sapevano

e in loro non c’era paura del cane nero che mi portava con cura in su per la scale cieche"