Tanti film “liberi e controcorrente”, ospiti di fama internazionale, musica, mostre ed eventi. Il programma della 34esima edizione del Lovers Film Festival, il più antico in Europa sui temi LGBTQI (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali) e il terzo nel mondo, è più ricco che mai. 102 pellicole, divise in quattro sezioni competitive e otto premi, di cui dieci anteprime mondiali, verranno proiettate dal 24 al 28 aprile a Torino presso il Cinema Massimo-MNC.

"Pierpaolo Pasolini e Maria Callas che si baciano subito dopo un brindisi.

Questa è la foto che tengo sul mio comodino e che mi ha sempre ispirato anche nella creazione di questo festival – ha detto la regista Irene Dionisio, direttrice ancora per poco del Lovers-. Sarà uno scambio appassionato, anticonformista e libero tra dialettiche differenti, come in quel bacio".

La storia

Era il 1985 quando Ottavio Mai e Giovanni Minerba crearono il primo festival LGBT italiano "Da Sodoma a Hollywood", ora diventato Lovers. Da 15 anni è entrato a far parte del perimetro del Museo Nazionale del Cinema ed è diventato un punto di riferimento per le produzioni LGBT a livello internazionale. Il festival, all’apice del suo successo, vedrà la presenza di grandi ospiti, tra cui Giancarlo Giannini, Helmut Berger, Asia Argento con la sua esposizione "Antologia Analogica", che la vede nelle vesti meno conosciute di fotografa, e infine una madrina d’eccezione, l’attrice Alba Rohrwacher, vincitrice della Coppa Volpi a Venezia, due David di Donatello, un Nastro d’Argento e due Globi d’Oro.

Inoltre il Lovers promuove anche uno spazio di networking dedicato all’industria cinematografica LGBTQI, a cui sono invitati produttori, distributori, esercenti e filmmakers.

Il programma

Un tema ricorrente sarà quello della visibilità, come resistenza e vulnerabilità. Non un caso, visto che quest’anno il 27 e 28 giugno si celebreranno i 50 anni dagli Stonewall, una serie di scontri violenti tra gay e la polizia newyorkese che ha dato vita al movimento di liberazione omosessuale americano.

Proprio le giornate di apertura e chiusura saranno dedicate al cinquantennale. La serata del 24 porterà il titolo di Over the Rainbow, la bellissima canzone cantata da Judy Garland, l’icona gay universale, il cui tragico suicidio, secondo la leggenda metropolitana, avrebbe provocato gli Stonewall. Seguirà la proiezione di "Plaire, aimer et courir vite (Sorry Angel)" del regista francese Christhophe Honorè, il racconto di una storia d’amore tra Jacques, scrittore e padre single, e il cineasta Arthur, poco più che ventenne.

In chiusura del festival, invece, oltre alla consueta premiazione e all’annuncio delle date della prossima edizione e del nome del nuovo direttore artistico che prenderà il posto della Dionisio, verrà messo in scena il monologo a più voci "In cerca di me", con la partecipazione di Monica Guerritore: lo spettacolo si prefigge di omaggiare la storia del cinema LGBTQI in questo anno così importante. "Les crevettes pailletées (The Shiny Shrimps)" di Maxime Govare e Cedric Le Gallo chiuderà la serata: Mathias Le Goff, vice-campione mondiale di nuoto ormai a fine carriera, sebbene un po’ omofobo, è costretto ad allenare Les Crevettes Pailletées, una squadra di pallanuoto, composta da atleti gay, con l’obiettivo di farli qualificare ai Gay Games in Croazia. Mathias si ricrederà? Si scoprirà la notte del 28 aprile.