Quello di Massimo Pericolo è sicuramente il nome più caldo della scena Rap italiana in questo momento. La recente escalation dell'artista di Brebbia, classe 1992, che in pochi mesi è riuscito a guadagnarsi una posizione di rilievo ai piani alti del rap game, non ha lasciato indifferenti i pezzi grossi della scena.

La stima dei vertici del rap italiano

Salmo lo ha definito come il suo rapper italiano preferito, Marracash ha annunciato una collaborazione con lui nel suo prossimo attesissimo album – di cui si sa ancora poco e niente, non essendo stata ancora ufficializzata alcuna data di uscita – ed un altro peso massimo del rap game, ovvero Fabri Fibra, collaborerà con lui in un brano del Machete Mixtape Volume 4, che verrà pubblicato questa sera allo scoccare della mezzanotte.

E proprio parlando dell'iconico rapper di Senigallia, in una storia caricata su Instagram nel pomeriggio di oggi, Massimo Pericolo ha voluto descriverlo con queste parole, a dir poco emblematiche: "Fibra è il motivo se rappo".

L'incontro con Noyz Narcos al Miami Festival: 'Un rapper che ho sempre seguito'

In un'intervista pubblicata oggi da Open, il giornale online di cui Enrico Mentana è fondatore ed editore, il rapper ha raccontato anche il suo incontro con Noyz Narcos, avvenuto durante il Miami Festival, a Milano, il 24 maggio scorso. Queste le sue parole: "Nel camerino è venuto a farmi visita Noyz Narcos, è un rapper che ho sempre seguito, mi ha detto: 'Spacca tutto che l'aspettativa è alta'.

Ho pensato che non potevo deluderlo".

'Non posso fare una carriera sul fatto che sono stato in carcere'

Nel corso dell'intervista il rapper, come ormai consuetudine nelle sempre più numerose chiacchierate concesse alla stampa, ha affrontato anche il tema del suo arresto – concretizzatosi nell'ambito dell'inchiesta "Scialla Semper", dicitura che Massimo Pericolo ha poi scelto di utilizzare come titolo del suo primo vero e proprio progetto discografico – ampiamente descritto in molti dei suoi testi.

L'artista ha spiegato le difficoltà affrontate, anche e soprattutto dopo la fine del periodo detentivo che, tra arresti domiciliari e carcere, è durato circa due anni.

Queste le parole del rapper: "Il carcere l'ho vissuto male e probabilmente il periodo successivo è stato ancora peggio. Una volta fuori mi sentivo un po' come quei militari che dopo essere tornati da una guerra non riescono più ad affrontare la vita di tutti i giorni.

Credo che peggio del carcere ci sia solo la malattia. [..] La mia vita adesso sta cambiando, io spero di riuscire a fare testi anche su tutte le nuove esperienze che sto vivendo. Non posso fare una carriera sul fatto che sono stato in carcere".