Lo scrittore romano Guido Maria Brera è pronto per la pubblicazione del suo nuovo romanzo, “La fine del tempo” (La nave di Teseo). Il libro esce il 20 febbraio 2020. Il romanziere, sposato con la brava e bella conduttrice Caterina Balivo, ha esordito nel 2014 con il romanzo “I diavoli”, un’opera che ha avuto fortuna e dalla quale è stata estratta una serie televisiva per Sky. È veramente notevole come l’attività parallela di Brera – dirigente d’azienda – sia così debordante nei suoi altri interessi. In questo caso, la letteratura. Infatti già nei “Diavoli” vi è una chiara intenzione di portare sulla pagina scritta e destinata alle librerie, il mondo della finanza e dell’impegno imprenditoriale.

Con Edoardo Nesi realizza “Tutto è in frantumi e danza” e, fedele a l suo modus operandi, continua la sua proposta di una letteratura illuminata dal tema dell’economia globalizzata. In quest’ultimo caso si tratta della crisi finanziaria scoppiata nel 2008, il fallimento della banca Lehman Brothers e altri argomenti simili.

La trama del romanzo

Il nuovo scritto di Guido non si discosta dalla sua precedente produzione. In “La fine del tempo” è citata la marea populista che mette in discussione il dominio delle grandi corporation mondiali. Il protagonista principale è un professore universitario, Philip Wade. Insegna Storia contemporanea al Birkbeck College a Londra. Tuttavia, per quanto capace e preparato nelle vesti di docente, il suo miglior talento è riposto nella capacità di prevedere le fluttuazioni finanziarie che governano la società globalizzata.

Non per nulla ha nel suo curriculum un passato di analista in una grande banca d’affari della City. In quella occasione ha indirizzato con precisa chiaroveggenza, le attività dove investire con successo. A un certo punto Wade pensa di dedicarsi alla giustizia sociale. Pertanto inizia a scrivere un libro rivoluzionario che dovrebbe mettere in crisi l’universo dei padroni delle grandi finanze.

Ma è colpito da una forma di amnesia e, oltre alle tracce mnemoniche, scompare anche il saggio cartaceo al quale stava attendendo. Il libro ribelle rischia di non essere più trovato.

Il tempo

Ovviamente è il tempo, come ampiamente citato nel titolo, il fil rouge che tesse l’ordito del romanzo di Guido. Più precisamente si parla di un tempo scomparso o meglio, piegato al volere delle grandi corporazioni che investono montagne di denaro nelle più allettanti fonti di guadagno che le società del globo offrano.

Quindi per i signori del vapore o l’aristocrazia delle app, o ancora i padroni del silicio il tempo è una variabile da maneggiare in un certo modo. Ma quale è la porzione migliore da immettere nella ricetta che fa guadagnare, quella che riguarda il glorioso passato o il promettente e allettante futuro? Verrebbe da rispondere il futuro: di Philip Wade il lettore sa che è anche un analista finanziario capace di prevedere l’andamento degli affari. In ogni caso, alle corporazioni non interessa il futuro – né tantomeno il passato – ma un eterno presente: quello dove possono governare di continuo.