Nella boxe e nello sport italiano in generale, non esiste probabilmente una favola sportiva comparabile con la vita del pugile Giovanni Parisi. L’atleta, oro olimpico e pluricampione mondiale WBO, soprannominato dai suoi tifosi e ammiratori “Flash”, è da molti considerato come il miglior pugile della storia italiana.
Per celebrare la storia di questo grande campione, il 28 novembre verrà presentato in concorso al Matera Sport Film Festival "Flash: la storia di Giovanni Parisi", un film documentario prodotto da Federico Riccardo Rossi. Di questo BlastingNews ha parlato con il regista Marco Rosson.
La nascita del film
Com'è nata l'idea di realizzare un film documentario sulla storia di Giovanni Parisi?
“Ho sempre avuto la passione per un certo tipo di storie. Con questo film racconto la storia bellissima di Giovanni Parisi, che andava celebrata in in una maniera diversa dai documentari realizzati sino ad ora. Insieme al produttore siamo entrati in contatto con la famiglia Parisi e con tutte le persone che erano vicine a Giovanni, poi è partita una ricerca del materiale di repertorio durata quasi tre anni”.
Come mai così tanto tempo?
“I filmati erano sparsi ovunque e organizzare tutte le interviste con le persone che hanno conosciuto Giovanni non è stato semplice”.
Il grande campione
Nel film, infatti, ci sono diversi aneddoti raccontati dai suoi amici, colleghi e famigliari.
Qual è quello che ti ha colpito di più?
“Il più particolare risale al periodo della preparazione olimpica. Per parteciparvi, era dovuto scendere di categoria perché nella sua erano già coperti. Per un ragazzo magro e giovane era complicato. Per farlo, ha passato un'intera estate a mangiare solo ananas. A chiunque, al quarto giorno verrebbe da vomitare.
Lui no. Era tutto testa, volontà e voglia di arrivare. C'era tanto talento, ma era anche geniale”.
Hai dei ricordi personali legati al periodo d'oro di Parisi?
“Mi ricordo bene di Las Vegas perché la sera dell'incontro ero stato sveglio tutta la notte con i miei genitori. C'era molta adrenalina ed entusiasmo per un campione che era nostro concittadino.
Da vogherese ho due rimorsi: non aver conosciuto di persona Giovanni Parisi e il regista Sandro Bolchi, morto nel 2005 quando mi ero appena diplomato alla Scuola di Cinema”.
In concorso al Matera Sport Film Festival
Con le sale attualmente chiuse, dove sarà possibile vedere la pellicola?
“I cinema sono chiusi, abbiamo provato fino all'ultima a organizzare una prima nazionale a Voghera ma le sale non avevano l'agibilità. Faremo il giro dei festival: dal 28 novembre è in concorso al Matera Sport Film Festival. Il trailer è già disponibile su YouTube. Il mio augurio è che si possa vedere al più presto sul grande schermo, per godere appieno del modo in cui è stato girato. È un film che va “proiettato grosso”.
Vederlo in streaming è un peccato”.
Qual è, a tuo avviso, la canzone che rappresenta meglio la storia di Giovanni Parisi?
“Eye of the tiger” dei Survivor, colonna sonora del film di Rocky. Lui era molto affascinato dalla figura di Rocky: gli piaceva allenarsi correndo nella neve, facendo esercizi coi tronchi. Poi era un pugile nobile, un buono, che difendeva le donne, un bravo ragazzo. Aveva una testa particolare causa alcuni traumi legati all'infanzia, ma era una brava persona che aiutava tutti senza volere nulla in cambio. Noi lo vogliamo celebrare attraverso questo film che, ci tengo a dirlo, non è a scopo di lucro”.