'A Belfast boy' di Michael Phillips è un romanzo dalla doppia anima: da una parte è brutale, mentre dall’altra emana un intenso calore umano, dato dalla predisposizione dell’autore a offrire tutto sé stesso con onestà. Il romanzo autobiografico, a sfondo storico/politico, è edito dalla casa editrice Homeless Book ed è uscito ad aprile del 2020. È stato tradotto in italiano da Silvia Agogeri.
L'autore Michael Phillips è nato in Irlanda del Nord, paese in cui per decenni si è consumata una dura faida che ha avuto un’apparente battuta d’arresto con gli accordi di pace del venerdì Santo, nel 1998.
Affrontare il passato e le proprie ombre
Dopo trent’anni di guerriglia tra indipendentisti e lealisti, dopo le violente rappresaglie dell’IRA e dopo la costruzione di “muri della pace” che contenessero gli scontri, si è raggiunta un’esile tregua che non ha però risolto il problema principale. La rabbia e l’intolleranza sono infatti rimaste sopite, ma non si sono spente: l’autore condivide con il lettore la paura che l’avvento della Brexit possa inasprire gli animi e scatenare nuove lotte.
L’Irlanda del Nord non è stato insomma un luogo particolarmente felice per chi è nato tra gli anni settanta e gli ottanta; Michael Phillips si è trovato proprio nel mezzo della guerra e ne porta ancora oggi le cicatrici.
È lui stesso ad affermare di essere compromesso e di covare dentro di sé un’inquietudine che lo ha divorato.
L’autore, cresciuto a Belfast, si è districato tra i problemi che tormentavano la sua città; ha assistito alla deriva dell’umanità e si è sentito braccato e isolato. Sicuramente non ha aiutato la sua esperienza in carcere, in quanto accusato di terrorismo: Michael Phillips ne è poi uscito pulito, ma non ha dimenticato il dolore e la rabbia che ha provato, oltre all’intolleranza che ha vissuto negli anni seguenti.
Sono trascorsi quasi vent’anni prima che lui potesse aprire il terrorizzante "vaso di Pandora" e mettere nero su bianco la sua esperienza: nel 2017 con un’intervista al Corriere della Sera e poi attraverso la scrittura della sua autobiografia.
Le ferite sono portate con coraggio
Dall’infanzia all’età adulta, l’autore ha tirato le somme di un’esistenza turbolenta e ha cercato di raccontare la condizione del suo paese.
In Europa si sa troppo poco di quello che è successo in Irlanda del Nord, e talvolta c'è l’impressione che si sia deciso volutamente di ignorare la situazione, solo perché si è verificata entro rigidi confini.
A Belfast boy diviene quindi un importante collegamento con una realtà che ha mietuto tante vittime e ha sconvolto più di una generazione, che ancora oggi mostra i segni delle azioni disumane a cui ha assistito.