IL 16 ottobre uscirà sul grande schermo il film documentario dedicato alla vita di David Bowie. Autorizzato dalla famiglia e diretto da Brett Morgen, Moonage Daydream è un viaggio intimo che accompagna il pubblico attraverso la vita e la carriera musicale del Duca Bianco, venuto a mancare all'inizio del 2016, creando un percorso sul suo stile e sulle contaminazioni artistiche che lo hanno differenziato. Il titolo del documentario è relazionato a un famoso brano che fu pubblicato nel lontano 1971, The Arnold Corns, nell'album The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars del 1972.

Il titolo è anche ripreso dal libro fotografico di Mick Rock, Moonage Daydream: The Life And Times Of Ziggy Stardust, che fu autore dei primissimi videoclip e foto dell'artista. Durante il film troviamo non solo interviste e musica ma anche il racconto dei suoi cambiamenti durante tutta la sua vita che, insieme al tutto il materiale in possesso del regista, vuole essere un racconto della mente di David Bowie, del suo lavoro sull'immagine e su come abbia influenzato la società, non solo tramite le sue canzoni indimenticabili ma anche facendo riflettere su cose che prima erano impensabili.

Brett Morgen e il suo lavoro su David Bowie

Il regista non solo lavora sulle immagini e sulle parole, ma fa di tutto per far emergere il pensiero non comune dell'artista: una persona che dice di essere un alieno, truccata come una donna, la capacità di esternare concetti molto complessi con parole semplici creando un contrappunto con le provocazioni sul palco, la folla in visibilio e il suo famosissimo atteggiamento glam. In poche parole, tutto ciò che si associa alla musica rock, al modo in cui vengono raccontati i musicisti e quindi con lo scopo di attivare pensieri e riflessioni nella mente dello spettatore.

Risalta la ricerca di una nuova identità, di usare se stesso come una tela e lo scopo di catturare l'essenza dello stesso artista. Brett Morgen lavora bene sulla testa del Duca Bianco, ripercorrendo decenni di carriera musicale e non solo.

David Bowie: figura chiave della cultura glam nei primi anni '70

Artista prolifico dai mille volti e una delle rockstar più acclamate, David Bowie è stata una delle personalità rock più grandi di tutti i tempi e degli ultimi 50 anni di storia musicale.

Icona del pop e del cinema dei primi anni '80, il Duca Bianco è sempre stato al centro della scena, unico e magnetico e sperimentatore, insieme a Brian Eno, alla fine degli anni '70, diventò durante quegli anni un simbolo della cultura di massa e un genio musicale complesso, lasciando più di quattro decenni di materiale sonoro, visivo, interviste, video, esibizioni, travestimenti e tutte le contaminazioni con le varie arti durante la sua permanenza tanto da essere considerato una delle figure che più ha influenzato l'epoca moderna.

Mick Rock e David Bowie

Dal primo incontro tra il fotografo Mick Rock e David Bowie, ai primi anni '70, subito si instaurò una forte amicizia tra i due. Dopo avere realizzato un servizio sulla vita di Syd Barret, il fotografo iniziò a interessarsi e a documentare le gesta di Ziggy. Il libro contiene più di 600 immagini con la documentazione anche del primo tour americano e tanti altri momenti che andavano al di là delle semplici esibizioni sul palco. Dai cambiamenti repentini dell'artista, il trucco, i costumi di Ziggy che mutavano continuamente, gli spostamenti in bus tra i concerti, le registrazioni in studio, i set dei videoclip e le diverse collaborazioni con artisti di un certo calibro come Lou Reed, Mick Jagger, Amanda Lear, Iggy Pop e tanti altri, Mick rock riesce a raccontare la vita dell'artista attraverso gli scatti affascinanti del suo proprio obiettivo.