Nel rap il nome d'arte è quasi una regola, sono pochissimi infatti i rapper italiani che firmano i loro dischi con lo stesso nome – o cognome – presente sui documenti d'identità, come ad esempio Jamil, Ghali, Lucci e Vacca, artisti che rappresentano sostanzialmente le eccezioni che confermano la regola.
La maggior parte dei rapper italiani utilizza infatti un nome d'arte: in alcuni casi si tratta di un soprannome che nel tempo ha sostituito il nome originale, in altri di una vera e propria scelta stilistica, dietro alla quale c'è quasi sempre una storia o un significato ben preciso.
Quando un insulto diventa un punto di forza
Spesso e volentieri il significato dei nomi dei rapper Italiani è un punto di debolezza trasformato in un punto di forza, come nel caso di Marracash e Guè Pequeno, due veri e propri pezzi da novanta nel rap game italiano, ormai da anni ai vertici del gioco nel nostro paese. I due autori di Santeria hanno trasformato i soprannomi con i quali venivano presi in giro da ragazzi in nomi d'arte.
Il nome di Guè Pequeno è ispirato al personaggio di 'Ze Pequeno', giovane boss delle favelas di Rio de Janeiro, raccontato nel pluri-premiato film 'City Of God', ma la prima parte del nome, ovvero la parola 'Guè', non è altro che il diminutivo di 'Guercio', soprannome affibbiato al rapper della Dogo Gang già durante l'infanzia, a causa della blefaroptosi che lo affliggeva sin dalla nascita.
Si tratta di una diminuzione dell’apertura palpebrale in senso verticale, causata dall'abbassamento della palpebra superiore, è dovuta ad un deficit anatomico e funzionale del muscolo elevatore.
In un' intervista rilasciata a radio DJ, Guè Pequeno aveva avuto modo di raccontare nel dettaglio le prese in giro subite da ragazzo a causa di questo difetto fisico, queste le sue parole al minuto 13 del video: 'Da ragazzo abbastanza particolare, ero molto introverso..
non timido, ma introverso, ero bullizzato, avevo un occhio chiuso […] Il cambiamento c'è stato nei primi anni del liceo, sono diventato amico di personaggi giusti.. gente che faceva brutto, bruttissimo. Sono stato preso in simpatia e da lì è partita l’escalation'
Fabio Bartolo Rizzo, questo il vero nome di Marracash, ha scelto di chiamarsi così proprio perchè questo era il nome con cui veniva insultato per le strade di Milano durante la prima adolescenza, a causa di suoi tratti fisici marcatamente mediterranei.
L'autore di Status ha avuto modo di raccontare i motivi alla base di questa scelta, queste le sue parole: 'Ero siciliano, avevo i capelli neri e la carnagione scura e tutti mi insultavano chiamandomi così. In realtà quel nome è diventato la mia forza.'