Le attribuzioni di fonte errata si verificano quando una persona ricorda erroneamente il tempo, il luogo, la persona o le circostanze coinvolte in un ricordo. Tra le più famose possiamo citare: l’effetto della falsa fama, lo sleeper effect e la crypthomnesia.

False Fame Effect

Spesso capita di camminare per strada, leggere un libro o guardare uno show in televisione e dire "Ma questo lo conosco!" in riferimento ad una persona o ad un nome a cui ci troviamo davanti. Se a volte però questi sono o appartengono effettivamente a persone famose, altre volte accade che non lo siano per nulla.

Questo effetto è chiamato “Falsa fama” ed è quello che ci porta a credere che un volto o un nome appartengano ad un personaggio famoso, quando invece non è così.

I primi studi sull’argomento si sono occupati nello specifico di analizzare i nomi (Larry L. Jacoby et al., 1989) e i volti (e.g. Landau e Leed, 2012). Questi esperimenti hanno dimostrato che, l’occorrenza di questo errore può essere spiegata dalla familiarità con i nomi/volti in questione. In particolare questo accade in situazioni di attenzione divisa, ossia, quando una persona è intenta a dirigere l’attenzione verso più fonti (es. leggere il giornale mentre la radio è accesa). Ciò che accade, dunque, è che quando una persona vede spesso un volto o sente distrattamente un nome, è più propensa, in un secondo momento, a credere che appartengano ad una persona famosa, in quanto le sono familiari.

Sleeper Effect

L’effetto “dormiglione” può essere definito come ciò che accade quando si partecipa ad una discussione in cui vengono presentati argomenti forti, la cui fonte è pero discutibile e, per questo, risultano poco persuasivi. Tuttavia, con il passare del tempo, questi argomenti diventano sempre più convincenti.

Una spiegazione a questo fenomeno è che, con il passare del tempo, si tende a ricordare gli argomenti, ma a dimenticare che la fonte da cui provenivano era discutibile, e, perciò, questi argomenti diventano più suggestivi.

Questo effetto è stato per la prima volta identificato da Hovland et al., in soldati Americani durante la II Guerra Mondiale. Nell’esperimento, gli autori intervistarono i soldati dopo la visione di un filmato di propaganda dell’esercito e valutarono le loro opinioni dopo 5 giorni e, in seguito, dopo 9 settimane: i risultati dimostrarono che la differenza di opinioni tra i soldati che avevano guardato il video e coloro che non lo avevano visto, era maggiore dopo 9 settimane, a conferma che i soldati con il tempo erano stati maggiormente persuasi dal messaggio.

Cryptomnesia

Questo fenomeno si presenta quando si crede di aver appena avuto una nuova idea, ma, in realtà, si sta solo recuperando un'idea vecchia dalla memoria e si sbaglia nell’attribuirne la corretta fonte.

Questo 'plagio' può essere di due tipi: nel primo caso ci si ricorda una propria vecchia idea e la si considera nuova, nel secondo caso, si ricorda un’idea di un’altra persona, ma la si considera come propria.

Questo fenomeno è stato raccontato e sperimentato da diversi autori; ad esempio in “Così parlò Zarathustra” di Nietzsche (1883-1891), viene raccontato un incidente identico - parola per parola - a quello presente in un libro del 1835. Il fatto è stato spiegato tenendo in considerazione la malattia dell’autore, che con il passare del tempo, lo portò a considerare il ricordo di un libro letto durante l’infanzia come qualcosa di costruito dalla sua stessa mente.