Tra il cinico raziocinio di Dana Scully e la fede incrollabile di Fox Mulder: come in X-files, celebre telefilm degli anni '90, anche il mondo reale è diviso, da sempre, tra chi crede di non essere solo nell'universo e chi aspetta prove scientifiche inconfutabili per poter prendere in considerazione la presenza di altre forme di vita. Con il progressivo ed inevitabile avanzamento tecnologico e grazie all'attenzione crescente e all'impareggiabile attività degli addetti ai lavori, in questi ultimi anni è stato possibile addivenire a risultati scientifici di estrema importanza che hanno permesso di arricchire giorno dopo giorno la nostra conoscenza dell'universo.
L'ultima teoria su condizioni possibili per lo sviluppo della vita, almeno per come la intendiamo sulla Terra, è stata elaborata a proposito del 'pianeta rosso'
Vita su Marte? Ci sarebbero i pressupposti secondo il California Institute of Technology
Secondo quanto riportato nella ricerca del California Institute of Technology, su Marte ci sarebbe abbastanza ossigeno per ospitare forme di vita nel lago salato individuato all'interno del sottosuolo dagli scienziati italiani dell'Asi, dell'Inaf e di alcune università. "I requisiti per l'abitabilità delle brine su Marte - ha commentato l'astrobiologa Daniela Billi dell'Università di Tor Vergata - si arricchiscono ora della possibile presenza di ossigeno, indispensabile però alle sole forme di vita che lo utilizzano per la respirazione".
Non soltanto alcune specie di batteri, ma anche spugne e altri microrganismi il cui metabolismo si basa, appunto, sulla presenza di questo elemento.
La dimostrazione pratica del team della prestigiosa università americana è avvenuta calcolando la quantità di ossigeno che può essere disciolta nell'acqua in corrispondenza dei vari livelli di pressione e temperatura che caratterizzano la superficie marziana.
Per quanto concerne quest'ultimo aspetto, inoltre, è stata rilevata una sua forte concentrazione nel sottosuolo delle zone polari.
Grazie alle suddette scoperte, dunque, si sono aperti nuovi scenari nell'ambito dell'indagine che verte sulla presenza di vita sul pianeta rosso: una ricerca, questa, che ha condotto a risultati inimmaginabili, dopo che è stata per anni una semplice suggestione ispiratrice della trama di innumerevoli film.
Le precedenti scoperte
Con l'ausilio del telescopio spaziale Kepler e del sistema di intelligenza artificiale di Google, lo scorso anno, la NASA ha annunciato l'esistenza di un ottavo pianeta che orbita attorno alla stella Kepler-90, lontana circa 2545 anni luce dalla Terra. Quest'ultimo, in ogni caso, sembra essere inabitabile visto che, secondo i calcoli effettuati, a causa dell'eccessiva vicinanza alla propria stella, la sua superficie vanterebbe una temperatura di 400 gradi. Una scoperta comunque sensazionale: fino a quel momento, infatti, non era mai stato rinvenuto un sistema planetario così simile alla Terra e capace di vantare lo stesso numero di pianeti del nostro sistema solare.