La maternità mancata è una forma di lutto molto particolare: si soffre per la mancanza di qualcuno che non si è mai conosciuto. Un dolore atroce che si nutre del tempo e che, di mese in mese, di test in test si fa sempre più insopportabile. Nonostante sia una problematica che coinvolge milioni di donne è sempre molto difficile parlarne perché va a toccare qualcosa di intimo, di atavico. Purtroppo, come spesso accade anche per altre tematiche, solo chi attraversa l'impervio percorso dell'infertilità può comprendere quanto questa situazione sia emotivamente logorante. E, come se non bastasse, molto di frequente, anche la comunità stigmatizza la situazione con commenti non richiesti, supposizioni e parole che non fanno che acuire la sofferenza. Di seguito alcuni esempi abbastanza classici di comportamenti da evitare e nell'incertezza ricordarsi sempre di un verso di Iacopo Badoer “Un bel tacer mai scritto fu”.
Colpevolizzare
“Hai aspettato troppo” o “Sei stata egoista, hai preferito la carriera” e frasi simili sono una tentazione troppo ghiotta per chi aspira al ruolo di censore. Se si hanno buone intenzioni, invece, vanno evitate perché non aiutano e fanno solo aumentare la frustrazione e un senso di colpa inutile.
Non pensarci
Facile, facilissimo. Specialmente per una donna che quotidianamente fa test di ovulazione, punture ormonali o, semplicemente, muore dal desiderio di avere una gravidanza. Come non vedere un elefante rosa in salotto.
Fare troppe domande
Per chi lo vive è un argomento di cui non si ha voglia di parlare. Tartassare di domande, pretendere spiegazioni è una scelta decisamente infelice. Nel dubbio davanti ad una coppia senza figli mai chiedere: “E voi? Quando lo fate un bambino?”.
Dare consigli intimi
A meno che non ci sia un legame estremamente forte e sia lei a chiedervelo, mai dare consigli sulla vita intima della coppia. L'unico risultato sarebbe unire al dolore anche l'imbarazzo. Da evitare.
Cronistoria della propria gravidanza
Ad una gravidanza spesso si accompagna una buona dose di naturale egocentrismo. È fisiologico e non c'è niente di male, ma raccontare, con dovizia di particolari, quanto sia bello sentirlo scalciare rappresenta una pugnalata per chi ancora non può godere di questa emozione. Anche se non ve lo farà capire.
Ci penso io
In qualsiasi agglomerato umano c'è sempre un troglodita convinto di essere simpatico. Questi soggetti, spesso, se ne escono con frasi tipo: “Se tuo marito non ci riesce, ci penso io” a dimostrazione che la maleducazione può raggiungere livelli impensabili. L'infertilità è un problema che non può essere oggetto di umorismo da bar dello sport.
C'è l'adozione
Per chi non ha mai avuto a che fare con queste tematiche l'adozione sembra la panacea di tutti i mali. Spesso viene detto senza cattiveria e senza sapere quanto l'iter per poter adottare un bambino sia faticoso ed estenuante. Senza dimenticare che una coppia non deve giustificare la sua voglia di genitorialità biologica.
Non so come sia accaduto
Affermare quanto sia stato facile rimanere incinte davanti a donne con problemi di infertilità, non fa di noi delle eroine o delle privilegiate della Natura. Si tratta solo di fortuna. Sbandierarlo ai quattro venti ci fa apparire non solo poco empatiche, ma anche immature.