Musicista, pittore, poeta, nonché grande ballerino, Michael Jackson non avrebbe certo sfigurato in una corte rinascimentale in mezzo a quegli artisti di cui si è sempre dichiarato grande estimatore. Dopotutto l'arte si nutre di arte e costituisce a oggi l'unico mezzo conosciuto per l'immortalità terrena.
Le opere, infatti, continuano a vivere anche quando l'artista muore. Diventano il mezzo per parlare, per raccontare, per indulgere sul personaggio e, a volte, anche su noi stessi. Per questo nell'11° anniversario della sua scomparsa vogliamo ricordare il "re del pop" con alcune sue creazioni. Non le più famose, ma forse proprio per questo le più interessanti per scoprire una delle figure artisticamente e umanamente più affascinanti del panorama musicale mondiale.
Scared of the moon
Scritta nei primi anni '80 e pubblicata nel 2004 in The Ultimate Collection, Scared of the Moon è una ballata dai toni estremamente poetici, quasi onirici che racconta la paura del buio di una bambina con conseguenti ripercussioni anche sulla sua vita di adulta. Una tematica delicata resa ancora più intensa dalla timbrica di Jackson che la trasforma in una ninna nanna malinconica e appassionata.
Someone in the dark
Registrata nel 1982 per accompagnare il libro E.T. Storybook e ripubblicata nel 2004 in The Ultimate Collection, Someone in the Dark è una delle canzoni più commoventi di Jackson in assoluto. Testo, musica e voce si fondono in una struggente composizione sulla diversità, l'amicizia e la perdita. Una perdita che Jackson fa intendere mai assoluta, seppur dolorosa.
Speechless
Inserita nell'album Invincible del 2001, Speechless è considerata un capolavoro anche dai critici più feroci. L'esaltazione dell'amore puro si fonde con virtuosismi vocali che fanno volare la voce di Jackson fino a vette mai raggiunte prima. Emozionante
2000 Watts
Sempre nell'album Invincible, 2000 Watts è il perfetto contraltare di Speechless; voce baritonale quasi irriconoscibile, ritmi eccessivi e sincopati. Energia allo stato puro, insomma, con un testo allusivo che strizza l'occhio al potere erotizzante della musica.
We had enough
Scritta nel 2000, ma pubblicata nel 2004 in The Ultimate Collection, We had enough racconta il dramma umano della guerra, tema molto caro a Jackson. Il testo molto forte e l'interpretazione volutamente sofferta la rendono un inno di pace contemporaneo.
People of the world
Scritta da Jackson negli anni '90 per supportare la popolazione di Kobe colpita dal terremoto e cantata dal gruppo giapponese J-Friends. Recentemente è venuta alla luce una versione demo cantata dallo stesso Jackson. Essa è incompleta, imperfetta, ma non per questo meno preziosa.
Seeing voices
Ispirata dagli studi del neurologo Oliver Sacks, Seein Voices è una canzone che Jackson ha scritto a fine anni '90 per raccontare il mondo dei sordomuti. Leggera, delicata con uno stile che ricorda i grandi musical di Broadway. Da scoprire.