Il 25 novembre ricorre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Per quest’anno l’ONU ha proposto una campagna di comunicazione che parte dal 25 novembre fino al 10 dicembre, Giornata internazionale per i diritti umani. Sì perché l’Onu ha voluto mettere in evidenza la violazione dei diritti umani, quando si parla di violenza sulle donne. Secondo l'Onu, una donna su tre è stata vittima di violenza o casa sul lavoro o per strada.

A Roma si organizzerà la manifestazione nazionale chiamata “Non una di meno”, le cui promotrici ci tengono a comunicare e chiarire: “Saremo nelle strade a lottare per la nostra autonomia: la forza di migliaia di donne unite, che si riconoscono nel #Metoo, anche io, per trasformarlo in #WeToogether, Noi Insieme".

Sempre nella Capitale, in questi giorni, si è tenuto un flash mob sulla scalinata di Trinità dei Monti tenuto da 50 manager venute da ogni parte del mondo, con un palloncino rosso, per testimoniare la loro partecipazione e sostegno alla prossima Giornata del 25. Mentre, nel quartiere romano di Tor Bella Monaca verrà proiettato il corto “Marie Anne” di Ivan Mattei e Daniel Caon: un documentario che raccoglie immagini sulla violenza sulle donne fatte diventare film.

Anche in altre città d’Italia si stanno lanciando eventi e campagne come a Milano, dove si terranno flash mob, letture pubbliche, spettacoli teatrali, assistenze legali ed una filiera di altri appuntamenti. Nella città meneghina, il 25 novembre sui bus Atm della 94 un posto a sedere sarà metaforicamente dedicato alle vittime.

In più ci saranno scritte luminose sul Pirellone e Palazzo Marino per un giorno sarà illuminato di arancione. Inoltre è stato ornato un muro chiamato “delle bambole”, che simbolicamente richiama questa tragica realtà internazionale. Anche a Torino sono state già predisposte dalle Asl, e dai suoi operatori specializzati sul tema: eventi, tavole rotonde e work shop.

Questa Giornata sta evidenziando ancor di più anche un altro tragico aspetto: le donne che divengono disabili a seguito di una violenza. E come spiega Nadia Mascialini, una delle maggiori voci che lottano contro la violenza sulle donne: “chi subisce danni permanenti, è a maggior rischio di gravi depressioni, fino ad arrivare al suicidio; le vittime, divenute disabili non riescono a ritenere adeguata nessuna forma di giustizia o risarcimento per il danno subìto.”