Il nuovo Ministro degli Esteri è Emma Bonino, esponente dei Radicali dall'indubbio prestigio a livello nazionale ed internazionale. Ripercorrere la sua storia pubblica significa ripercorrere la storia dagli anni Settanta ad oggi del suo partito, al quale è stata sempre politicamente legata.

Negli anni Settanta, all'inizio della sua vita politica, si batté con grande energia nel Partito Radicale appena rifondato da Pannella e quindi in tutte le battaglie del partito. È di quegli anni la polemica del PR contro l'allora Presidente della Repubblica Leone. Va ad onore dell'attuale Ministro degli Esteri la capacità di comprendere i propri errori. Anche se dopo decenni, infatti, in occasione del novantesimo compleanno di Leone, Emma Bonino consegnò personalmente all'ex Presidente una sua lettera di scuse per le accuse rivoltegli.

È stata parlamentare europea, eletta la prima volta nel 1979. All'inizio degli anni Ottanta, oltre a battersi per diversi referendum in Italia, promosse la libertà nell'Europa orientale, all'epoca sotto i regimi del socialismo reale.

Sempre all'inizio degli anni Ottanta si batté per l'istituzione di una Corte Penale Internazionale, oggi ormai realizzata. Nel 1981 Emma Bonino, sempre nel suo partito, promuove un appello contro lo sterminio per fame nel mondo.

Negli anni Novanta l'avvicinamento tra i Radicali e Forza Italia ed un loro accordo elettorale fa sì che Emma Bonino sia eletta al parlamento italiano. Sempre grazie a Berlusconi diviene Commissaria europea.

Nelle elezioni amministrative del 2006, invece, Emma Bonino è la capolista della lista della Rosa nel Pugno a Roma, nella coalizione che sostiene la candidatura di Veltroni a sindaco di Roma. Nello stesso anno, all'esponente radicale viene affidato il Ministero degli Affari Europei, nell'ambito della nascita del secondo governo Prodi. Viene istituito poi il Ministero per il Commercio Internazionale, che viene anche affidato ad Emma Bonino, che mantiene comunque le competenze in materia di politiche europee.

Grazie ad un accordo fra Partito Democratico e Radicali, che prevede una delegazione di Radicali nelle liste del PD, è capolista nelle Elezioni politiche del 2008 (ed è di conseguenza viene eletta, data la legge elettorale) nella sua regione: il Piemonte. Nel 2010 si candida a Presidente del Lazio. All'inizio la candidatura sarà sostenuta soltanto dal suo partito e solo in seguito verrà il sostegno del PD e di altri partiti del centrosinistra.

Emma Bonino, che aveva diritto (e qualcuno potrebbe pensare anche il dovere morale) a sedere nel Consiglio Regionale del Lazio, decide di non farlo, optando per mantenere il suo seggio al Senato. La giornalista Concita De Gregorio dichiarò l'anno seguente che l'uscita di Fini dal PDL è stata il risultato di una trattativa con la dirigenza nazionale del PD, che avrebbe sabotato la candidatura della radicale piemontese a Presidente del Lazio, proprio per rafforzare i finiani.

Alle ultime elezioni politiche è stata candidata nella lista di scopo Amnistia, Giustizia e Libertà. La lista avrà un risultato pessimo (il più basso che una lista promossa dai Radicali abbia mai avuto) e non verrà rieletta. È stata poi la candidata ufficiale del Partito Socialista di Nencini alla Presidenza della Repubblica ed il suo nome è stato anche tra i primi dieci candidati alle quirinarie del Movimento 5 Stelle, oltre ad essere la prima in vari sondaggi d'opinione in cui si chiedeva agli intervistati chi avrebbero voluto come Presidente.