Sul sito Internet di Equality Italia, che promuove l'iniziativa, è possibile sottoscrivere una petizione, denominata Nel cognome della madre, per chiedere al Parlamento la riforma di quella parte del diritto di famiglia che disciplina e regolamenta l'attribuzione del cognome alla nascita. In tale progetto di legge si propone di lasciare ai genitori la libera di scelta di attribuire quello materno, quello paterno oppure entrambi.

Un primo tentativo in tal senso era stato fatto nella scorsa legislatura, ma l'iter parlamentare non si era potuto concludere per il sopraggiunto scioglimento delle camere, decretato il 22 Dicembre 2012.

In precedenza, in sede giudiziale, il 23 Settembre 2008, la Corte di Cassazione aveva stabilito che, in merito, l'Italia dovesse dotarsi di una nuova normativa, simile a quella in vigore nella maggioranza dei Paesi dell'Unione Europea, che ponesse termine all'esclusività del cognome paterno nella registrazione anagrafica alla nascita. Infine, il 7 Marzo di quest'anno il ricorso di due coniugi italiani, Alessandra Cusan e Luigi Fazzo, alla Corte Europea dei Diritti Umani per violazione, da parte dell'Italia, della Convenzione Europea dei Diritti Umani rispetto all'ottavo articolo (rispetto della vita privata e familiare), al quattordicesimo articolo (discriminazione di genere) ed al quinto articolo del settimo protocollo (uguaglianza di diritti e doveri tra coniugi).

A ciò si è poi aggiunto, il 12 Aprile 2013, il monito del Presidente della Corte Costituzionale Franco Gallo che, durante la relazione annuale sulle attività della Consulta, aveva affermato: "L'attuale disciplina che prevede l'attribuzione al figlio del solo cognome paterno costituisce il retaggio di una concezione patriarcale della famiglia".