Nel tradizionale discorsosullo stato dell'Unione, Barack Obama cerca di uscire dall'angolodello scandalo NSA e della guerra permanente sul bilancio lanciando la sua sfida al Congresso sul tema dellediseguaglianze di reddito.

Davanti ad un Congressofortemente influenzato dai Repubblicani, il Presidente incentra ilsuo discorso programmatico su uno dei temi più ideologicamentedivisivi.

Obama sostiene una tesiragionevole: l'economia è sostenibile se e solo se i profitti esalari rimangono agganciati in una dinamica convergente.

Per questo Obama proponeuna politica economica per il 2014 fortemente redistribuiva: da unaparte vorrebbe sostenere il business con una riduzione delcorporate tax rate dal 35% al 28% e dall'altra spinge per unaumento dei salari, programmando di investire i probabilibenefici del moltiplicatore fiscale positivo in politiche diinvestimento in infrastrutture.

Si tenta quindi di combinare alcunedelle indicazioni provenienti dalle associazioni dei produttori conl'istanza progressista per eccellenza.

Dopo cinque anni di crisi, esistono ancora analisi "sfocate" sulla natura della crisi che il mondooccidentale sta affrontando.

La crisi non è stataaltro che una conseguenza di lungo termine della globalizzazione cheha redistribuito il lavoro su un mercato internazionale piùampio. Tale processo ha causato un aumento delle diseguaglianzee una crescente concentrazione della ricchezza sul versanteoccidentale.

Mentre i paesi emergentihanno beneficiato senza dubbio della globalizzazione, in occidente ein particolare nei paesi anglosassoni vi è stata una alterazionedella struttura dei redditi delle classi medie, il cui salario èstato “dopato” dai moltiplicatori messi in campo dalla finanza.Il debito da strumento a servizio del reddito ne è diventato unacomponente.

Questo meccanismo èstato evidente nel mercato immobiliare statunitense, epicentro dellacrisi globale.

Obama vuole accantonare iprogrammi burocratici di spesa pubblica che sono stati ampiamente utilizzati per contrastare la fase acuta della crisi etenta di aggredire le cause strutturali degli squilibri dell'economiaamericana, dove l'Università della California stima che il 10% dellapopolazione detiene la metà della ricchezza del paese.

Cifre con cui ciconfrontiamo anche qui in Italia e su cui prima o poi dovremmoiniziare a riflettere anche noi.