Qualche giorno, fa il premier Renzi e il responsabile per la spending review 2014 Cottarelli si sono incontrati per discutere di tagli e decurtazioni che prima del meeting erano stati elaborati col fine ultimo di incamerare 33-34 miliardi di euro.
Stando alla ricostruzione fornita da Repubblica, il primo abbozzo di lista per la spending review 2014 preparato da Cottarelli è però parso estremamente eccessivo al premier Renzi: in primo luogo per via del tetto di risparmi ipotizzati - i famosi 34 miliardi - giudicato inarrivabile, e in secondo per la volontà ribadita dallo stesso Cottarelli di inserire un prelievo che riduca le pensioni superiori ai 26.000 euro l’anno, ulteriore previsione che non incontra almeno per il momento il favore di Renzi.
Cerchiamo allora di comprendere quale sia l’attuale configurazione della spending review 2014 alla luce dell’ultimo meeting Renzi-Cottarelli; per il momento è necessario basarsi su delle ricostruzioni, quel che è certo è che Carlo Cottarelli esce ancora più debole da una situazione che già lo eleggeva a capro espiatorio di una manovra lacrime e sangue.
Spending review 2014, Renzi frena e Cottarelli incassa: si tagliano solo difesa, politica e dirigenti
La spending review 2014 prende forma, anche se al momento la ‘lista’ stilata da Cottarelli ha fatto registrare più depennamenti che aggiunte; Renzi ha infatti giudicato eccessivo l’obiettivo di 34 miliardi di euro, ritenendo più ragionevole il paletto dei 25 miliardi entro il 2016 cui affiancare il gettito da voler incamerare in seguito alla lotta all’evasione fiscale.
Come si raggiungerà allora l’obbiettivo prefissato per la fine del 2014, ovvero un risparmio di 5 miliardi di euro? Innanzitutto tagliando le retribuzioni dei dirigenti statali, con il governo prontissimo ad addentare i trasferimenti per infrastrutture all'Anas e alle Ferrovie dello Stato, e in secondo luogo decurtando la spesa per la difesa.
In dettaglio, la spending review 2014 pianificata da Cottarelli dovrebbe incamerare 400 milioni di euro dal decremento degli emolumenti attualmente destinati a consiglieri comunali e regionali, 200 milioni dalla ristrutturazione delle province e circa 2 miliardi e 200 milioni dal sistema di riordino dei processi burocratici, con decurtazioni agli stipendi dei manager pubblici per quasi 500 milioni di euro.
Secondo capitolo di spesa da rivedere quello connesso alla difesa - in merito al quale Renzi è parso assolutamente d’accordo con Cottarelli -, con quasi 100 milioni di euro di risparmio contabilizzati all’interno del primo abbozzo di spending review 2014; un altro deciso taglio arriverà dall’eliminazione di certi costi della politica, con il ricorso alle auto blu che dovrebbe essere fortemente limitato.
Qualcosa, come del resto evidenziato da Il Sole 24 Ore, si muoverà anche in termini di pensioni; considerato il no opposto da Renzi a contributi o prelievi speciali, Cottarelli dovrà ripiegare su pensioni di reversibilità (100 milioni di euro), di guerra (200 milioni di euro) e di invalidità cui affiancare l’apertura di una vera e propria caccia ai falsi invalidi.
Riuscire ad individuare voci e tabelle di risparmio che risultino inclini con le indicazioni di Renzi e abbastanza onerose da poter trovare posto nella spending review 2014 non sarà di certo semplice, ma lui, Cottarelli, quanto guadagnerà per svolgere questo compito?
Il tetto massimo era fissato in 571.000 euro l’anno, e Cottarelli si è ‘accontentato’ del 14% in meno, circa 43.000 euro, che a conti fatti gli frutteranno 258.000 euro (più di 700 euro al giorno). Avere a che fare con Renzi sarà dura, stilare una lista così complessa e passare alla storia come il commissario alla spending review 2014 anche, ma a prima vista pare che Cottarelli abbia tutti i motivi per consolarsi…