C'è anche la proposta di abrogazione della responsabilità fiscale negli appalti, nella bozza del decreto di riforma della Pubblica amministrazione. La disciplina vigente (art. 35 e seguenti del D.L. 223/2006) autorizza il committente (debitore), pena l'irrogazione di pesanti sanzioni (da 5.000 a 200.000 euro), a sospendere il pagamento se non riceve un'autocertificazione che attesti la regolarità del versamento, oggi, delle ritenute d'acconto e, fino al 22 giugno 2013, anche dell'Iva. Nel rapporto fra appaltatore e subappaltatore, poi, subentra pure la responsabilità solidale per l'inadempienza del secondo.



La norma che prevede la responsabilità negli appalti è stata duramente contestata dalle imprese e dalle associazioni di categoria, secondo le quali la normativa ha, di fatto, degli effetti paradossali: riesce contemporaneamente ad avvallare il debitore che vuole sospendere il pagamento e a rendere la vita difficile a chi, invece, vuole pagare le proprie obbligazioni nei termini. Una situazione che aveva portato i rappresentanti di categoria, in particolare di piccole e medie imprese, a minacciare l'avvio di una segnalazione comunitaria per violazione del principio di uguaglianza, distorsione della concorrenza e contrasto con i principi della direttiva 7 contro i ritardati pagamenti.

La bozza di decreto di riforma della Pubblica amministrazione è un documento complesso, che tocca anche molti aspetti del rapporto con il cittadino: dalla riforma di Pra (Pubblico registro automobilistico) e Motorizzazione civile, all'aumento del bollo auto, fino alla mobilità per gli statali. Non è escluso che la riforma possa finire smembrata in due parti: un decreto per le misure più urgenti ed un disegno di legge per quelle più generali.