Tra le misure poste in essere dall'attuale governo, quella che probabilmente ha suscitato maggiore interesse nell'opinione pubblica è stata il bonus di ottanta euro in busta paga. Secondo gli esponenti del governo tale provvedimento doveva servire a stimolare la domanda ed a far ripartire la crescita economica. Purtroppo gli effetti sono stati molto deludenti per diverse motivazioni che verranno analizzate nel prosieguo.

Il primo aspetto su cui occorre soffermarsi è quello relativo all'importo totale della manovra, nello specifico attraverso questo bonus sono stati messi in circolo quasi dieci miliardi di euro, una cifra che può sembrare elevata, ma che è modesta se si considera che il pil supera ampiamente i mille miliardi di euro.

Inoltre bisogna considerare il fatto che non tutti questi dieci miliardi sono stati spesi, molte famiglie che hanno beneficiato del bonus hanno preferito risparmiarlo dato il clima di incertezza economica che pervade l'Italia.

Quanto detto finora non significa che la manovra sia stata completamente sbagliata, anzi erano molti anni che un governo non emanava un provvedimento a sostegno della crescita, tuttavia probabilmente i dieci miliardi potevano essere spesi in maniera diversa. Un aspetto che bisogna sottolineare è che i beneficiari del bonus avevano già uno stipendio ed inoltre l'importo che hanno ricevuto è stato abbastanza modesto, tutto ciò ha comportato un'elevata propensione al risparmio.

Un'alternativa poteva essere quella di destinare tali somme ai neolaureati, una soluzione che avrebbe dato un segnale forte data l'elevata disoccupazione giovanile.

Inoltre, limitando il bonus alle lauree magistrali ed escludendo quindi le lauree triennali sarebbe stato possibile assicurare ad ogni neo-laureato 500 euro al mese per dieci anni.

Il calcolo è semplice da fare: in Italia le lauree magistrali o quinquennali sono ogni anno circa 130.000 (Fonte: Istat), il primo anno quindi il costo della manovra per lo Stato sarebbe pari a 780 milioni di euro, mentre il decimo anno la cifra ammonterebbe a circa otto miliardi di euro.

Probabilmente una manovra di questo tipo sarebbe stata più efficace rispetto al bonus degli 80 euro, e avrebbe dato un segnale forte alle nuove generazioni che attualmente sembrano completamente ignorate dallo Stato italiano nonostante il tasso di disoccupazione giovanile abbia ormai superato ampiamente il 40%