Secondo l'ultimo rapporto dell'istituto "Archivio Disarmo",nel solo 2014, seppur di poco inferiore all'anno precedente, le esportazioni diarmi leggere dell'industria italiana, sono state pari a 453 milioni di euro,dei quali 30 dirette verso le zone di conflitto dell'Africa settentrionale. Nonconosce crisi il distretto italiano della produzione di armi leggere, sito inVal Trompia, dal quale giunge un flusso ininterrotto di armi verso quelle regionidel Maghreb dalle quali migliaia di profughi ogni anno fuggono disperatamente.Le guerre e i conflitti interni che si susseguono in paesi come Libia, Tunisiaed Egitto, continuano a essere una lucrosa fonte di reddito per i produttorinostrani di armi, che, insieme ai paesi sotto attacco del Califfato islamicocome Iraq e Siria, continuano a ricevere ingenti forniture di pistole, fucili emunizioni.
I dati ufficiali, provenienti dai database dell'Istat, sono inclusinel rapporto " Armi leggere, guerre pesanti", prodotto e curato da AntonioLamanna e Maurizio Simoncelli, e fotografano una situazione preoccupante. Laproduzione e la vendita delle armi italiane in tutto il mondo, garantisconomigliaia di posti di lavoro, seppur le armi spesso siano usate per commettereatrocità in violazione dei diritti umani, come segnalato da alcune organizzazioniinternazionali, come Human Right e Amnesty International.
Il rapporto, evidenzia che le esportazioni di armi verso ipaesi del Nord Africa continuano ininterrotte, anche nel periodo in cui alivello internazionale è in corso la preparazione di un intervento armato aprobabile guida italiana in Libia, il cui scopo principale è quello diinterrompere il flusso di clandestini organizzato da organizzazioni criminalisenza scrupoli.
In pratica, le stesse armi che da una parte noi stessivendiamo, potrebbero essere usate contro i nostri militari durante questemissioni.
Gli Stati Uniti, dove le nostre armi leggere sono moltoapprezzate, sono il primo importatore dei nostri prodotti, con una quota del42% del totale esportazioni. Dalla metà degli anni 80 e fino allo scorso anno,l'esercito americano ha fornito ai propri militari, in dotazione ufficiale, la famosapistola Beretta M9.
Negli Stati uniti, la Costituzione permette il possesso diarmi per difesa personale, e questo diritto è costantemente protetto dalla piùpotente lobby delle armi americana, la National Rifle Association (NRA). L'aspettonegativo di tutto questo, è che la grande diffusione di armi nel paese,amplifica gli effetti delle tensioni e dei conflitti razziali, causando ognianno un numero enorme di morti e di feriti.