Attraverso un comunicato postato su Tweet, l'alto rappresentante per gli Affari esteri dell'Unione Europea, Federica Mogherini, conferma l'adozione da parte della Commissione Europea dell'Agenda Ue sull'immigrazione. Ringraziando il presidente Jean Claude Juncker, il vicepresidente Timmermans e il commissario agli Affari interni Dimitris Avramopoulos, sottolinea la credibilità acquisita dall'Unione stessa attraverso la suddivisione delle responsabilità, considerando fondamentale, ai fini della definitiva risoluzione del problema immigrazione, la necessità di una collaborazione con le Nazioni Unite.
L'alto rappresentante si dichiara soddisfatta della risposta globale che arriva dalla Commissione, che tiene in considerazione tutti gli aspetti del problema; insiste sulla necessità di rafforzare la collaborazione con i paesi di origine dei migranti distruggendo le organizzazioni criminali che su di essi lucrano noncuranti del valore della vita umana.
Riferendosi ai profughi richiedenti asilo la Mogherini sottolinea che il nostro paese ha già superato ampiamente la quota prevista dal programma di distribuzione, di conseguenza saremo esonerati dal dover accogliere altri profughi. Tutto questo è possibile attraverso l'applicazione del sistema di emergenza previsto dall'Art. 78 del Trattato di Lisbona, riguardante la concessione di aiuti a quei paesi interessati da un improvviso afflusso di migranti, che è applicato per la prima volta.
L'agenda della Commissione europea nei dettagli
Secondo specifici criteri di distribuzione quali il tasso di disoccupazione, il numero di abitanti, il Pil e il numero di profughi già presenti sul territorio, sarà creato un sistema di quote per distribuire i richiedenti asilo che si trovano sul territorio, oltre ad un meccanismo per accogliere dai paesi terzi 20mila rifugiati.
Delle 20mila persone richiedenti protezione il 9,94% saranno assegnate all'Italia, mentre per i migranti già presenti sul suolo europeo all'Italia spetterà la collocazione dell'11,84%, la terza quota più grande per numero. Alla Francia e alla Germania spetteranno rispettivamente il 14,17 e 18,42%.
Paesi in disaccordo
Come spesso accade al momento di prendere decisioni, in Europa rimangono vari fattori di discordanza: la Repubblica Ceca, la Slovacchia e la Gran Bretagna non sono assolutamente d'accordo.
La Gran Bretagna, attraverso il ministro degli Interni Theresa May che ha rilasciato un comunicato al Times di Londra, si dichiara in disaccordo con l'alto commissario Mogherini sottolineando che gli sbarchi non vanno incoraggiati; il premier slovacco Robert Fico invece si dichiara contrario per principio a qualsiasi politica di suddivisione in quote, dovendo, l'Europa, rispettare le decisioni dei singoli paesi partecipanti, mentre per il primo ministro ceco Bohuslav Sobotka la politica delle quote obbligatorie potrebbe danneggiare i dibattiti in corso sull'immigrazione essendo una forzatura di tutto il processo.