Il futuro della Grecia è pieno di incognite. La combinazione di controlli sui capitali, la minaccia di un default verso il Fondo monetario internazionale (FMI), e sullo sfondo un invito per il referendum del 5 luglio, disegnano uno scenario complicato per il Paese. La tabella di marcia per le prossime settimane presenta combinazioni quasi infinite di elementi. Gli investitori finora sono stati compiacenti, ma il deterioramento dei negoziati questo fine settimana ha cambiato il tono dei mercati e l'atteggiamento degli stessi verso la penisola ellenica.

La strada per il referendum

Martedì 30 giugno è scaduta ufficialmente l'estensione del programma di salvataggio della Grecia con le istituzioni. Bruxelles non ha concesso una nuova proroga, come richiesto varie volte dal governo di Atene e la Grecia dovrebbe richiedere un terzo salvataggio e avviare nuovi negoziati. Nel frattempo, le istituzioni non possono concedere ulteriore credito e la Grecia si ritrova con una mancanza di liquidità per potersi finanziare. Sono scaduti anche prestiti del FMI per 1.600 milioni di euro, come gran parte degli analisti avevano previsto, con Tsipras che punta forte sul referendum.

Previsioni sul referendum

Per il referedum i sondaggi indicano una vittoria per i sostenitori dell'accordo. Ciò significherebbe una sconfitta per il governo di Alexis Tsipras. Tale risultato farebbe aumentare le possibilità di un nuovo processo elettorale, anche se l'opposizione ha già offerto una possibilità di governo di unità nazionale. Se il referendum lanciasse una vittoria del no, le possibilità che la Grecia abbandoni l'euro crescerebbero esponenzialmente. Senza un piano di sostegno finanziario internazionale, con controlli sui capitali e senza il controllo della moneta, le autorità greche potrebbero restare presto senza alcun margine di manovra con il rischio di creare un nuova valuta (o tornare alla vecchia Dracma).

20 luglio nuovo giorno cruciale

Nello scenario più ottimistico, in cui la Grecia ha raggiunto un'estensione del salvataggio fino al 6 luglio, con un sostegno della maggioranza della popolazione per l'accordo, in cui la Banca centrale Bank (ECB) continua a tenere a galla le banche e un governo, la data del 20 luglio sarà il nuovo giorno D. Quel giorno ci sarà la scadenza del debito BCE da 3.500 milioni di euro. Se per la Grecia sarà default con la BCE, resterà automaticamente fuori da ogni possibilità di assistenza da parte della banca centrale e terminerà così con la possibilità di solvibilità delle banche elleniche. Senza un qualche tipo di assistenza finanziaria esterna, per Atene sarà impossibile affrontare questa scadenza.