Il governo Tsipras per salvare la Grecia deve svenderne settori strategici ai paesi creditori, poche storie su ristrutturazione del debito, salvataggio e default. Si comincia quindi a privatizzare, termine che nasconde sempre qualcos'altro: notizia di oggi 18 agosto è che il governo di Atene ha dato l'ok alla cessione degli aeroporti di Salonicco, Corfù, Chania (Creta), Cefalonia, Zante, Aktion, Kavala, Rodi, Kos, Samos, Mytilini, Mykonos, Santorini e Skiathos alla società tedesca Fraport, incasso previsto 1,23 miliardi di euro. E' la prima privatizzazione che Tsipras completa dopo il raggiungimento dell'accordo per il terzo salvataggio, avvenuto poche settimane fa dopo il teatrino del referendum del 5 luglio e del fallimento, più chiacchierato che reale.
Niente di imprevisto, per carità, anche perchè la cessione degli aeroporti regionali greci, ovviamente sotto la bandiera della "privatizzazione", era un punto-chiave dell'accordo suddetto che ha un valore totale di 86 miliardi. Inoltre la Fraport era già stata dichiarata dal precedente governo greco a guida socialista investitore privilegiato" nel novembre dello scorso anno, nel senso che era in corsia preferenziale per la cessione quarantennale delle strutture, il tutto però era stato rinviato a causa delle elezioni che hanno portato alla vittoria di Syriza. A quanto pare però non è cambiato granchè.
Ora chiaramente gli analisti affermano che il rischio di Grexit e default di Atene si sia ridotto di molto, tuttavia inutile dire che restano ancora forti criticità e la situazione va tenuta sotto controllo perchè di certo, nei prossimi mesi, ne risentiremo ancora parlare: ad esempio ci sono ben 2 miliardi di euro di bollette dell'elettricità scadute che la società statalePublic Power Corporation non può incassare (1,5 miliardi l'ammontare dovuto dalle famiglie, 280 milioni dalle imprese, 220 dallo Stato).
Leggermente ridotti i vincoli per trasferimento di denaro all'estero, ma restano comunque molto stringenti -non più di 500 euro al mese per ogni correntista, con le banche che hanno un numero massimo di operazioni da autorizzare- ovviamente con lo scopo di evitare una fuga di capitali.