E' arrivata solo lo scorso 12 novembre. Ma oggi pomeriggio Laura Cioli, nuovo amministratore delegato di Rcs Mediagroup dovrà dare il meglio di se stessa per fare bingo. Ossia per approvare un business plan 2016-2018 che poi sia approvato non solo dal consiglio d'amministrazione, ma anche dalla borsa (da inizio anno il titolo ha perso il 47%), e soprattutto dalle banche creditrici - in particolare Intesa Sanpaolo, Ubi Banca, Unicredit, Mediobanca, Bpm e Bnp - esposte complessivamente per 500 milioni di euro.

Ci si aspetta parecchio dal nuovo management, insediatosi un mese fa dopo il rinnovo forzato dal cda lo scorso giugno e la conferma dell'ex ceo Pietro Scott Jovane, il dirigente ex Microsoft che ha puntato tutto sullo sviluppo del business digitale non centrando alcun target industriale previsto (basti dire che a fine 2015 era atteso un margine operativo lordo di 150 milioni di euro e, se va bene, come stimano gli analisti, forse si arriverà a una cifrà vicina o di poco superiore ai 70 milioni di euro, ossia la metà).

Così ora gli operatori delle sale operative, gli esperti del settore editoriale e pure gli azionisti - da Fca a Mediobanca, da Diego Della Valle a Urbano Cairo, da Pirelli a Intesa e via discorrendo - si attendono il famoso cambio di passo. Opzione non facilmente perseguibile visti i dati fortemente negativi del gruppo: a fine settembre la perdita ammontava a 126,4 milioni di euro.

Ma cosa possono fare il presidente Maurizio Costa e l'ad Cioli? Sicuramente punteranno sullo sviluppo e sul consolidamento di Corriere della Sera (da metà gennaio partirà il pay-wall del sito) e Gazzetta dello Sport soprattutto in termini di raccolta digitale e sviluppo delle attività online e digitali. A rischio invece pare essere il futuro di uno dei progetti voluti fortemente da Jovane, ovvero Gazzetta Tv: costata questo suo primo anno di vita ben 10 milioni di euro, gli ascolti non sono mai decollati e gli introiti pubblicitari ballano tra 5-6 milioni di euro.

Un mezzo flop. Così come non ha avuto successo l'altra iniziativa legata al quotidiano sportivo, GazzaBet.

In Italia quindi non è da escludere che si pensi alla definizione di parntership e accordi di natura commerciale e non azionaria con altri gruppi internazionali interessati a sviluppare operazioni congiunte con Rcs Sport, la controllata che si occupa della organizzazione e gestione di manifestazioni ciclistiche (su tutti lo storico Giro d'Italia), maratone e altri eventi.

Oltre a fungere da advisor per la serie B di calcio.

Senza trascurare l'opportunità di fare affari comuni, con un soggetto estero, sul fronte Gazzetta dello Sport e Marca, il quotidiano sportivo spagnolo controllato da Rcs.

E proprio l'altro focus del nuovo piano industriale sarà gioco-forza la Spagna, dove il business di Unidad Editorial (costato complessivamente 1,1 miliardi di euro nel 2007) cerca di risalire la china in un mercato dove la raccolta pubblicitaria e' gia ripartita a differenza di quanto sta avvenendo in Italia.

Finora sul mercato si era ipotizzata la vendita della branch iberica o magari la fusione o l'accorpamento con un altro competitor locale, il gruppo Vocento. Da più di un anno le parti si stanno confrontando ma quello che non torna è la valutazione di Unidad Editorial: secondo gli analisti di borsa vale 300 milioni di euro, quasi 50 milioni di euro in meno rispetto al valore di carico nel bilancio di Rcs. Quindi questo dossier potrebbe restare nel cassetto in attesa di un futuro più roseo per il business della carta stampata spagnola.

In vendita, invece, c'è l'emittente iberica Veo Tv, valutata 50 milioni. Si sono fatti avanti, secondo indiscrezioni di stampa, Secuoya, Mediapro, El Corte Ingles e Kiss Fm.

Il business è quello dei diritti televisivi del calcio da potenziare per fare concorrenza a Telefonica, leader di mercato con Moviestar+.

Quel che è certo è che l'azienda necessita di una ulteriore risistemazione a livello strutturale e organizzativo. Non è quindi da escludere un ulteiorre intervento sulla forza lavoro (3.665 a fine settembre), in particolare sull'area Corporate nella quale sono impiegate 472 risorse.

Certamente l'attenzione del mercato sul cda di Rcs è altissima, anche perché poi le banche creditrici vorranno aver voce in capitolo nella ridefinizione degli accordi sul debito e la possiblità di non pagare gli interessi come richiesto della società. Anche se il velo sul business plan verrà sollevato solo lunedì mattina alle 10,30 dopo la comunicazione obbligatoria al mercato fatta alle prime luci dell'alba.

https://it.blastingnews.com/economia/2015/10/laura-cioli-nominata-a-capo-di-rcs-sara-amministratore-delegato-e-direttore-generale-00625909.html

https://it.blastingnews.com/economia/2013/05/rcs-mette-in-vendita-i-suoi-periodici-l-alternativa-e-la-chiusura-0015721.html