Laura Cioli è stata designata come nuova ad e general manager di Rcs MediaGroup e succede al dimissionario Pietro Scott Jovane, che ha lasciato la carica 3 settimane fa ed è uscito dalla società da 15 giorni. Il cda della società per azioni con sede in via Rizzoli a Milano, ha deciso di promuovere un componente interno alla dirigenza, optando per l’attuale amministratrice delegata di Cartasì, che prenderà il comando entro novembre. Nata a Macerata 52 anni fa, laureata in Ingegneria e con un master in amministrazione aziendale alla Bocconi, la Cioli fa parte anche del consiglio d’amministrazione di Telecom Italia, Salini Impregilo e World Duty Free.

Dal 2008 al 2012 ha ricoperto anche il ruolo di general manager di Sky Italia, mentre dal 2006 al 2008 è stata vice presidente senior di Eni Gas & Power e negli anni ancora precedenti direttrice esecutiva di Vodafone Italia. La donna era entrata nel cda Rcs circa 6 mesi fa, alla ricostituzione dell’organico. La sua presenza, prima della poltrona di comando, ha portato a cambiamenti, come la vendita del settore libri a Mondadorie all’arresto delle linee imprenditoriali di Jovane, annunciate prime delle vacanze estive ma mai ratificate.

La situazione attuale del gruppo e le prime sfide a capo di Rcs

La nuova dirigente avrà l’onere di stabilire le prossime strategie industriali per un gruppo che negli ultimi 6 mesi è stato molto ridimensionato e le cui passività, al netto del comparto libri, dovrebbero attestarsi a fine anno a circa 350 milioni.

Tra le cose più urgenti, Cioli dovrà convincere le banche che vantano crediti verso l’azienda, che le entrate derivate dalla vendita del settore Libri siano sufficienti a garantire la rinegoziazione delle clausole dei finanziamenti, senza far scattare le clausole sull’aumento di capitale.

Spetterà al nuovo capo formalizzare la trattativa, già avviata, per la cessione di veo tv in Spagna.

Sulla nominata della nuova guida di Rcs era stato sentito anche il parere di Mediobanca, detentrice del 6,2% delle quote di Rcs, e la risposta dell’ad Alberto Nagel è stata che fosse sufficiente il cda medesimo per decidere.

Carlo Messina di Intesa Sanpaolo ha specificato l’intenzione dell’istituto di credito di cedere la propria quota in Rcs e la situazione non desta preoccupazione. Intesa considera la casa editrice al pari delle altre migliaia di società a cui sono stati erogati prestiti ed esclude qualsiasi partecipazione ad una eventuale ricapitalizzazione di Rcs.