La notizia non giunge inaspettata. Anzi, era proprio nell'aria. Non si sono ancora placate le polemiche attorno agli stress test, che hanno visto lo storico istituto di credito senese fanalino di coda della graduatoria, nè le perplessità sul piano di salvataggio e l'aumento di capitale, ancora ferme allo stato di idea. E la decisione del Gup di Milano, Livio Cristofano, sembra essere la più consona delle conclusioni attese.

Tutti rinviati a giudizio, i 16 imputati, con accuse peraltro pesantissime: falso in bilancio, aggiotaggio e ostacolo agli organi di vigilanza.

Non risparmia proprio nessuno, il Gup Cristofano; accanto agli illustri nomi di Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri (a vario titolo nella stanza dei bottoni della banca), compaiono anche blasonati enti, come Nomura International Plc e - per non farsi mancare proprio nulla - Deutsche Bank Ag.

Tutti in aula dal 15 dicembre

Il processo si aprirà dunque il prossimo 15 dicembre, davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Milano: gli indizi e le prove raccolti dai PM Baggio, Clerici e Civardi hanno convinto il Gup sulla validità di ricorrere al giudizio.A convincere il Gup, le carte trasmesse dalla Procura di Siena a quella di Milano: indagini dettagliate e capillari, che focalizzano l'attenzione su alcune specifiche operazioni: i derivati Santorini e Alexandria, il prestito ibrido Fresh, fino a toccare una delle realtà produttive più importanti del senese, il Consorzio del Chianti Classico.

Irregolarità sono infatti emerse sulla cartolarizzazione che riguarda il Consorzio; sta di fatto che tutte le operazioni citate hanno prodotto sulla carta utili stratosferici, mai effettivamente realizzati, permettendo di occultare altrettanto ingenti perdite: bilanci "truccati" per oltre 2 miliardi di euro.

Tra le parti civili, risparmiatori, Consob e i nuovi vertici della banca

Saranno in molti a sedere sui banchi delle parti civili: si contano oltre un migliaio di risparmiatori, la Consob, la Banca d'Italia, ma anche i nuovi vertici dello storico istituto, che intendono prendere le distanze da una gestione politicizzata e certamente discutibile.

Tutti in attesa di una verità che si spera non tardi ad arrivare, unitamente al riconoscimento del danno subito.

Nel frattempo, il Gup Cristofani è chiamato ad esprimersi sulla richiesta di patteggiamentoavanzata da MPS (che ha comportato lo stralcio di questa posizione dal futuro processo): 600 mila euro posti sul tavolo, per la prevista sanzione penale, e confisca di ulteriori 10 milioni. Sul patteggiamento, la decisione è attesa per il prossimo 14 ottobre.