Soltanto qualche giorno fa l'affare Fineco sembrava destinato a concludersi a favore dell'acquisto dell'intera banca multicanale da parte di Generali. Invece, con una mossa a sorpresa, Unicredit cede il 20% di Fineco ad investitori istituzionali. L'incasso per l'istituto guidato da Mustier è pari a 552 milioni di euro che corrispondono ad un aumento dello 0,12% del coefficiente patrimoniale CET1 di Unicredit. Questa è solo la prima di una serie di importanti cessioni, che vedranno Unicredit protagonista nel tentativo di ridurre l'ammontare da raccogliere tra il pubblico nell'imminente operazione di aumento di capitale.
Cessione Fineco: i dettagli dell'operazione
Nel gergo finanziario l'operazione compiuta da Unicredit è chiamata accelerated bookbuild. Si tratta di una procedura con cui si cedono ad investitori istituzionali partecipazioni societarie particolarmente rilevanti. Lo scopo è quello di reperire velocemente grandicapitali superando i problemi di liquidità della borsa ed evitando procedure più lunghe come quelle aperte al pubblico. Per contro l'operazione implica uno sconto per gli investitori istituzionali chiamati ad acquistare le azioni. La vendita di Fineco da parte di Unicredit ha coinvolto circa 121,4 milioni di azioni ordinarie cedute ad un prezzo di 4,55 euro per azione, con uno sconto del 5% rispetto alla chiusura del giorno precedente.
L'incasso è stato pari a 552 milioni di euro.L'operazione prevede una clausola di lock-up che per un anno impedisce ad Unicredit didisporre della propria partecipazione in Fineco senza che vi sia il consenso degli investitori chi hanno partecipato all'accelerated bookbuild.
Unicredit e la strategia delle cessioni
La decisione di cedere soltanto una quota parziale di Fineco è stata dettata soprattutto dal fatto che l'attivo di Fineco sia investito per quattro quinti in obbligazioni Unicredit.
Il legame tra le due banche è ancora troppo alto per attrarre il giusto interesse da parte di possibili acquirenti. Le attenzioni ora si concentrano sulla cessione del gruppo bancario polacco Pekao Bank e sulla vendita del colosso dell'asset management Pioneer. Proprio su quest'ultimo sono di pochi giorni fa le voci di un'offerta da 4 miliardi di euro fatta da Amundi per acquisire la società.
Ma sembra che Poste Italiane, precedentemente data in vantaggio per l'operazione, sia alla ricerca di un ulteriore partner da inserire nella cordata con Cassa Depositi e Prestiti e Anima Holding per rispondere all'offerta dei francesi di Amundi.