Le principali borse europee hanno aperto stamane (lunedì 5 Dicembre) in rosso, ma senza il panico temuto, dopo la vittoria del No al referendum costituzionale e le annunciate dimissioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi. La prima reazione è arrivata dal mercato valutario, con l'euro che ha toccato i minimi da venti mesi. Il movimento al ribasso è durato poco, tanto da tornare a quota 1,06 contro il dollaro, cioè il livello delle passate sedute. Piazza Affari, che all'apertura era stata la più penalizzata con un ribasso dell' 1,8 per cento, è migliorata a -0,8 per cento, per poi tornare in positivo verso le dieci arrivando a +1,4.
I listini azionari sono partiti deboli, ma intorno alle dieci l'indice Euro Stoxx 50 segna +1,42 %, Londra +0,83 %, Parigi +1,34 %, Francoforte +1,88 %. Bene anche la Spagna, con Madrid sul +1,1 per cento. Positiva la Borsa di Vienna che avanza, in linea con l'Europa, festeggiando così la vittoria nelle presidenziali del verde europeista Alexandre Van der Bellen. Il listino austriaco recupera lo 0,9 per cento.
Lo spread tra Btp e Bund tedesco si è assestato sotto i 170 punti, dopo un aumento iniziale fino a quota 178 punti, in crescita di oltre 10 sui livelli di venerdì. Il rendimento del titolo decennale italiano è invece tornato all' 1,99 per cento. Le osservate speciali, cioè le banche italiane, sono state le più penalizzate.
Il Monte dei Paschi ha aperto con una perdita secca del 7 per cento per poi risalire subito al -6 per cento e riassestarsi al +2,26 per cento intorno alle dieci e mezza. In recupero anche gli altri titoli bancari: Intesa SanPaolo sale all' 1,8 per cento dopo l'iniziale -3,4 , Mediobanca +0,67 %, Generali + 1,79 %, Bper + 3,49 %, Ubi + 2,01 %.
Unicredit apre a -3,3 %, scende al -4 % poi modera la flessione segnando un -0,48 per cento. Prosegue la volatilità a Piazza Affari con i titoli che oscillano, ma la reazione dei mercati finanziari, almeno per ora, non è stata quella che si temeva alla vigilia del referendum.