Conto alla rovescia per capire quale strada imboccherà il piano di salvataggio del Monte dei Paschi di Siena. Le speranze di successo del piano comunicato al mercato lo scorso 25 ottobre, pur con le sostanziali modifiche subite nel corso degli ultimi giorni, è appeso alla sentenza, attesa nelle prossime ore, della Consob sulla conversione in azioni delle obbligazioni in mano al retail.

Aspettando il pronunciamento della Commissione, il Cda riunitosi a Siena, secondo quanto si è appreso, ha preso la decisione di sospendere i lavori in serata per riprenderli domani, giorno in cui comunicherà al mercato il percorso intrapreso.

Se il giudizio proveniente dalla Consob sarà positivo, la banca procederà con l'aumento di capitale 'privato': con un miliardo già in tasca con la prima parte della conversione terminata il 2 dicembre, si lancerà la seconda tranche aperta anche al retail dalla quale si punta a recuperare tra gli 1 e i 2 miliardi di euro.

Poi dovrebbero arrivare i fondi messi dagli investitori esteri, a partire dal Qatar, e quelli recuperati dalle banche tramite il collocamento delle azioni sul mercato, fino ad arrivare il più possibile vicino alla fatidica soglia dei 5 miliardi di euro necessari per mettere in salvo la banca. Il tutto deve essere perfezionato entro la fine dell'anno, come ha messo nero su bianco nella comunicazione recapitata ieri mattina a Siena, la Bce.

Qualora invece la Consob dovesse mettersi di traverso, si schiuderanno il più velocemente possibile le porte del cosiddetto Piano 'B', leggi l'intervento dello Stato. Venerdì è convocato a Roma il Consiglio dei ministri che potrebbe dare alla luce il decreto per soccorrere la banca più antica del mondo e, più in generale, per puntellare gli istituti di credito più in difficoltà, e con loro l'intero sistema bancario nazionale.

La Consob non si opporrebbe

La Consob non si opporrebbe L'operazione, secondo quanto si apprende, è possibile in quanto la Consob non ostacolerebbe la chiamata diretta dei 40mila risparmiatori che avrebbero la possibilità di convertire il bond al valore nominale, annullando dunque le perdite che registrerebbero con la conversione forzata in caso di fallimento dell'aumento di capitale privato e il conseguente ricorso all'intervento pubblico. I 40mila risparmiatori, secondo le stime, potrebbero contribuire fino a circa due miliardi di euro.