La sistemazione dei crediti deteriorati rimane uno dei nodi centrali del nuovo piano industriale, che mps dovrà presentare per ottenere l'autorizzazione alla ricapitalizzazione precauzionale a carico del Tesoro.
Inizialmente era prevista una cartolarizzazione dell'intero stock di sofferenze (circa 27 miliardi), con l'intervento del fondo Atlante, ma a causa del fallimento dell'aumento di capitale di mercato, questa ipotesi risulta temporaneamente sospesa.
Tra le ipotesi in discussione potrebbe esserci un ruolo differente per Atlante e il coinvolgimento di investitori internazionali specializzati in NPL.
Incertezza nella ricapitalizzazione
L'operazione di mercato aveva un obbiettivo di raccolta di 5 miliardi, mentre le più recenti indicazioni provenienti dalla BCE includono la possibilità di arrivare a una ricapitalizzazione da 8,8 miliardi.
In quest'ottica, il piano industriale presentato in ottobre dai vertici di Montepaschi andrà modificato per fornire una prospettiva credibile di gestione dei rischi connessi ai 15 miliardi di incagli oltre che alla sistemazione dei 27 miliardi di NPL.
Una soluzione credibile e ben strutturata potrebbe ridurre l'impegno per il governo.
Il ruolo di Atlante
La struttura predisposta per la cartolarizzazione potrebbe essere impiegata senza stravolgimenti, anche se potrebbe variare il ruolo del fondo atlante anche nell'ottica del possibile coinvolgimento di investitori specializzati in NPL.
Da chiarire il ruolo di Cerved, che si è aggiudicato di recente la piattaforma di gestione di Montepaschi denominata Juliet a fornte di un mandato di gestione per circa 9 miliardi.
I potenziali investitori interessati
Secondo indiscrezioni raccolte dal Sole 24 Ore tra i fondi interessati ci sarebbero Lonestar, titolare della piattaforma CAF per la gestione dei crediti, Cerberus Capital Management e Apollo Global Management.
Da non sottovalutare anche il possibile interessamento di Fortress Investment Group, proprietario del più grande special servicer attivo in italia (Italfondiaro-DoBank).