La Trump Tower a Manhattan è stato il luogo prescelto dal neo presidente USA Donald Trump per l’incontro con i big della Silicon Valley, che durante l’arco dell’intera campagna elettorale si erano schierati apertamente con la rivale Hillary Clinton. Segnali di distensione quindi, un’apertura – e anche una velata richiesta di sostegno – nei confronti delle più grandi aziende del panorama mondiale.

Alla riunione hanno partecipato anche i figli di Trump, Ivanka, Donald Junior e Erica, il vicepresidente Mike Pence e gli amministratori delegati dei “veterani” dell’hi-tech mondiale, tra cui Tim Cook (Apple), Satya Nadella (Microsoft), Larry Page (Google), e Brian Krzanich (Intel).

Tra gli invitati non potevano mancare gli esponenti delle più grandi aziende emergenti, come Jeff Bezos (Amazon), Elon Musk (Tesla e SpaceX) e Sheryl Sandberg (CFO di Facebook). Solo tre gruppi non hanno partecipato alla riunione, nonostante due fossero stati invitati, Uber e Airbnb. E Twitter?

Mancava solo Twitter

Tra i partecipanti spiccava l’assenza di un esponente del celebre social network dei 140 caratteri, e secondo lo staff del presidente è stato dovuto al fatto che Twitter, nonostante la capitalizzazione di mercato di 13,85 miliardi di dollari, è considerata una piccola società in confronto alle altre presenti. La più piccola di esse infatti, Tesla, vanta ben 31,92 miliardi di capitalizzazione sul mercato.

C’è chi però attribuisce il mancato invito alle ruggini avute in campagna elettorale, quando Donald Trump, in occasione del secondo dibattito con la Clinton, si era offerto di pagare a Twitter la creazione di una emoji all’uso dell’hashtag #CrookedHillary (Hillary corrotta), ricevendo un secco no in risposta. Nonostante ciò, l’esclusione del gruppo dalla riunione ha suscitato scalpore, visto anche il largo uso del social network fatto da Trump sia in campagna elettorale che dopo.

Riappacificazione in vista?

Molti manager della Silicon Valley avevano dichiarato apertamente in campagna elettorale la loro ostilità nei confronti di Trump, per via della sua politica estera sull’immigrazione, sui rapporti con la Cina e sul progetto di tracciare i cittadini in base alla loro religione. Adesso, con la presidenza, sembra quasi tornare indietro sui propri passi, aprendo a nuove vie commerciali con l’estero. A fine riunione, tutti gli esponenti della Silicon Valley si sono congedati cordialmente, forse un segnale di disgelo e un avvicinamento al fine di un bene comune.