Rimane lo smaltimento dei NPL il capitolo centrale del nuovo piano industriale di mps che potrebbe determinare uno "sconto" sull'impegno massimo di 8,8 miliardi quantificato dalla BCE. Allo studio ci sarebbe anche un'ipotesi di "Bad Bank", nella quale verrebbero conferiti i crediti in sofferenza, ottenendo in cambio azioni di nuova emissione da parte del veicolo.
Fallito il piano di mercato, rimane il problema NPL
Il piano di mercato, fallito di recente, prevedeva la dismissione in blocco della quasi totalità dei crediti in sofferenza, un aumento delle rettifiche sui deteriorati non ceduti e un aumento di capitale per coprire il fabbisogno generato da queste due operazioni pari a circa 5 miliardi.
Il nuovo piano, necessario per quantificare l'importo della ricapitalizzazione precauzionale per circa il 70% a carico del governo (il residuo sarà ottenuto dalla conversione delle obbligazioni subordinate detenute dagli investitori professionali) dovrà tuttavia gestire in qualche modo lo stock rilevante dei NPL, e non è escluso che il fondo Atlante possa avere un ruolo.
Gli importi da smaltire e la Bad Bank
Su circa 45 miliardi di crediti deteriorati, al settembre 2016 MPS contabilizzava sofferenze (NPL) per 28,3 miliardi di valore lordo, e 10,9 miliardi di valore netto. È anche in considerazione di questo "onere rilevante" che la BCE ha fissato in 8,8 miliardi il limite superiore della ricapitalizzazione precauzionale.
Tra le soluzioni allo studio, ci potrebbe essere quella di una "Bad Bank", ossia una società di gestione degli attivi (Asset Management Company, AMC) partecipata dal Tesoro, nella quale confluirebbero i crediti in sofferenza che potrebbero essere recuperati nel tempo, senza affrontare lo "sconto" associato con una dismissione immediata.
Questa soluzione potrebbe essere in qualche modo "aperta" successivamente anche al contributo di altri istituti, dando vita ad una cosiddetta "Bad Bank" di sistema che, in passato, non è stata realizzata perché incompatibile con la normativa sugli aiuti di Stato.