L'ipotesi di una nuova tassa sulle strade statali è in fase di studio. Il nuovo bollo andrebbe a pagare il transito per le strade che a oggi risultano a transito gratuito (come le statali appunto); non andrebbe a sostituire il pedaggio autostradale (con le sue forme di pagamento come il Telepass, per esempio), che resterebbero esattamente come sono adesso. Si tratta di una manovra del governo che mira a traslare Anas fuori dai conti pubblici, in ottemperanza al voler dare all'Europa un segnale preciso per quanto riguarda il comparto delle privatizzazioni.

Occorrono due milioni di euro però, da dare ad Anas per garantirle una maggiore economia: così è comparsa quest'ipotesi, presentata al Ministero del Tesoro, come una sorta di bollo aggiuntivo.

Quante strade coinvolte nell'eventuale nuova tassa strade statali?

Sarebbe un chilometraggio incredibile, quello coinvolto in questo eventuale nuovo balzello: 25mila chilometri, comprendenti per esempio grandi arterie di traffico, come il Grande Raccordo Anulare (GRA) che circonda Roma, o la Salerno-Reggio Calabria. Panico al percorrerle troppe volte all'anno? No, perché si tratterebbe di un contributo annuale, e non a consumo (come è invece il pedaggio autostradale, per intendersi): l'automobilista dovrebbe quindi assumere il dovere di avere questo costo fisso, al mantenimento della vettura, sia che transiti spesso su questo genere di strade sia che lo si faccia un'unica volta.

Un'ipotesi potrebbe essere quella di ispirarsi al modello Svizzera, dove le cosiddette "vignette" consistono in un bollino del valore di 40 franchi (poco meno di 38 euro) che devono essere esposte sul parabrezza su tutte le vetture che transitano sulle strade della Confederazione Elvetica.

Al momento, però, è solo una serie di ipotesi, sia da parte del Governo che da parte degli osservatori.

Dato di fatto è che però si rischierebbe altrimenti di dover redistribuire le accise derivanti dai carburanti, e questo impatterebbe sulle entrate statali, mentre un aumento delle stesse causerebbe non solo malumori, ma un aumento alla pompa che rischierebbe di sortire l'effetto opposto e comportare un costo annuale molto più elevato, al consumatore.