Lo scandalo derivati coinvolge anche l'Alta velocità, l'Italia sta accumulando debiti da anni grazie a contratti milionari stipulati dai Ministri Tremonti e Siniscalco con gli istituti di credito, per la realizzazione della linea ad Alta Velocità. Lo scandalo è solo all'inizio, banche e Governo tacciono sull'accaduto ma alcuni giornalisti (tra cui l'Espresso) con fonti sicure hanno iniziato a rivelare i primi dati sui profitti miliardari delle banche.
Lo scandalo derivati che blocca l'Italia
Nei documenti portati alla luce dall'Espresso e da un pool di giornalisti non ancora resi noti, è subito evidente il legame che il Governo Berlusconi sotto la spinta di Tremonti e Siniscalco ha stretto con importanti istituti di credito bancario a livello mondiale.
I documenti vengono pubblicati a singhiozzo dal Tesoro ma la spinta dell'opinione pubblica è ormai insostenibile e la voglia di sapere e capire sta attivando la rete di giornalisti che dal principio ha seguito la vicenda Alta Velocità.
Il comunicato annuale redatto dai tecnici del Ministro Padoan reca una voce non del tutto chiara, il Tesoro sta perdendo - come riporta l'Espresso - "1,3 miliardi di euro all'anno (stima 2015) su una specifica nota di derivati finanziari". Nel complesso non è una somma importante considerando che l'italia è in perdita di circa 36 miliardi annui rispetto alla totalità dei contratti sottoscritti, ma quello che richiama l'attenzione è la dicitura della voce: "Ex ISPA".
ISPA - infrastrutture SPA - è una società partecipata voluta dall'allora Ministro dell'Economia Tremonti che nei possibili scenari del Ministro avrebbe dovuto realizzare le linee Alta Velocità fra Napoli e Torino. ISPA sarebbe nata sotto l'ala protettrice della Cassa Depositi e Prestiti che avrebbe finanziato le opere in cantiere con 25 miliardi di euro ma nel frattempo sarebbero stati stretti accordi con molti istituti stranieri (si dice Morgan Stanley e UBS) per contratti su derivati finanziari che invece di far guadagnare sui prestiti, costeranno all'Italia moltissimi soldi, che però non sarebbero mai ricaduti su ISPA e Cassa Depositi e Prestiti ma sullo Stato.
Lo scandalo è appena iniziato ed è destinato a coinvolgere molti altri soggetti anche perché parrebbe che la società ISPA non si fosse mai messa all'opera sulle linee dell'alta velocità, defilandosi subito e lasciando i cantieri ad altri soggetti, verrebbe da chiedersi questo fiume di soldi dove sia finito e in quali lavori ambientali o edili, se i dati fossero confermati dalla Procura saremmo di nuovo davanti a un nuovo scandalo.