Doccia gelata in casa snapchat. La società fondata dal baby miliardario Evan Spiegel ha subito un duro colpo, ma questa volta i tentativi, riusciti, di copia da parte di Mark Zuckerberg sono andati oltre la semplice emulazione delle funzioni dell'app. Hanno colpito il fantasmino direttamente al portafoglio, andando ad incidere sul risultato dell'app nel mondo della finanza.
La società ha infatti annunciato un fragoroso calo degli utili nel primo trimestre dell'anno corrente, perdendo 2.2 miliardi di dollari. La riduzione è imponente, soprattutto se confrontata con il risultato, comunque in perdita, del primo trimestre 2016, anche se in quel caso la perdita si limitava a 104 milioni di dollari.
La direzione introduce continue novità in Snapchat, alcune anche davvero originali, come le ultime novità introdotte a maggio, ma nulla sembra riuscire a risollevare l'app dal periodo di crisi che sta attraversando.
Poca guida e tanti costi i problemi di Snapchat?
Potrebbe darsi. La crescita del numero di utenti dell'app è irregolare, con picchi e cunette. Certo è stata abbandonata la fase in cui Snapchat era popolato solamente da millennials, che comunque continuano a comporre il tipo di utenti più numeroso, e l'app finalmente registra anche iscrizioni "adulte". I numeri però evidenziano una mancanza di strategia nella crescita dell'app. Nel primo trimestre 2016 il numero di nuovi iscritti toccava quota 21 milioni, mentre nel Q3 dello stesso anno la crescita era calata a 5 milioni, per poi risalire a 9 milioni nei primi 3 mesi del 2017.
Risulta evidente che in Snap Inc. manca una strategia curata al riguardo, per quanto la natura stessa dell'app possa ispirare l'utilizzo "usa e getta".
I costi e i dividendi azionari sono l'altra spina nel fianco della società guidata da Evan Spiegel. Server, infrastrutture cloud, uffici, dipendenti e strutture costano, non c'è nulla da fare, anche se l'accento è da porre principalmente sulla gestione del cloud.
Se a questo si affianca una certa difficoltà nell'ottenere ricavi dalle spese pubblicitarie, ecco che i conti si fanno sanguinolenti. A causare altri danni poi la ripartizione delle azioni. Due miliardi di dollari promessi ai dipendenti, di cui 550 milioni entrati direttamente nel portafoglio del fondatore. Spiegel tenta di tamponare le critiche e le pressioni degli analisti e dei finanziatori con: "Se si vuole essere una società creativa, bisogna fare i conti e sorridere al fatto che i prodotti sono copiati se sono buoni".
Inutile dire che la giustificazione non è stata sufficiente.
Spiegel sta già pensando alle soluzioni?
Nonostante le dichiarazioni sibilline del fondatore, qualcosa pare bollire in pentola. Due sono le società che stanno spingendo fortemente sulla realtà virtuale. La prima è Microsoft, che con le sue Hololens pare aver chiarito da tempo quali sono le sue intenzioni; e la seconda sembra essere proprio Snapchat. L'utilizzatore medio dell'app si sarà accorto dell'aumento di filtri che sfruttano realtà virtuale e realtà aumentata, e certo questo elemento dà da pensare e ben sperare. La stessa Snap Inc. ha posto l'accento su questi filtri con un video ed un post sul proprio blog aziendale.
La situazione non è affatto rosea, dunque, per Snapchat.
Le prestazioni dell'app devono essere migliorate, soprattutto sugli Smartphone di fascia medio-bassa e bassa, e bisogna trovare una soluzione che possa ridare solidità e liquidità all'azienda. Magari in realtà virtuale.