I “millenials” (così vengono chiamati i ragazzi nati dall'anno 2000 in poi), stanno scoprendo i grandi formaggi Dop (Denominazione d'origine protetta) perché sono questi a dare il vero gusto all'aperitivo di inizio serata: lo ha rivelato Confagricoltura in occasione della “Giornata mondiale del latte” che si è celebrata il 1° giugno. Questo è uno degli elementi che stanno portando ad aumentare i consumi dei derivati del latte, spingendo sia la produzione del prodotto stesso, sia dei trasformati. A ciò hanno contribuito anche le proteste seguite alla presunta pericolosità dell'olio di palma, perché hanno indotto molte industrie alimentari a modificare le ricette dei loro prodotti, con un ritorno all'utilizzo del burro.

Risultato: dal 1982 i volumi di formaggi prodotti in Italia sono raddoppiati, quelli del burro sono saliti del 32% (dati Confagricoltura).

E i latticini oggi sono sempre più considerati importanti per un'alimentazione sana: così yogurt, fermentati e prodotti lattiero-caseari "light" sono più ricercati perché ritenuti ideali da chi segue uno stile di vita attento al benessere e alla salute.

Più latte italiano lavorato nelle industrie

L'effetto positivo è che il latte utilizzato per la trasformazione è sempre più italiano: il Centro Studi di Confagricoltura evidenzia come quello venduto dalle aziende agricole a caseifici e industrie sia aumentato progressivamente dal 2002 al 2015 di circa l'1% all'anno.

Al contrario, negli ultimi cinque anni è diminuita del 30% l'importazione di latte estero, sceso da 2,6 a 1,8 milioni di tonnellate ogni dodici mesi.

E' cambiato anche il volto delle aziende zootecniche specializzate nella produzione di latte: le piccole stalle hanno lasciato il posto a grandi imprese ben strutturate, tanto che delle 200.000 cascine che mungevano latte nel 1990, oggi ne sono rimaste solo 33 mila.

Ognuna di queste, però, ha un numero medio di animali triplo rispetto a quasi trent'anni fa. Inoltre, molte sono diventate stalle "hi-tech", dove sono comparsi anche robot e sistemi automatizzati di alimentazione e cura degli animali, il cui benessere è diventato non solo un vanto, ma un elemento necessario affinché le bestie producano di più.

La provenienza è indicata in etichetta

A migliorare ancora l'appeal del latte tricolore sul mercato interno, dovrebbe contribuire la legge entrata in vigore il 19 aprile scorso. Da quella data, i consumatori possono chiaramente individuare le confezioni che contengono quello esclusivamente italiano: l'etichetta deve obbligatoriamente riportare la provenienza e se c'è scritto “Origine Italia”, significa che il latte è stato munto e trasformato nel nostro Paese, dove i controlli delle autorità sanitarie sono tra i più rigorosi e scrupolosi al mondo.