In occasione di "Proxima", il Festival nazionale ideato da Sinistra Italiana - Liberi e Uguali a Torino, nella serata di questo mercoledì 12 settembre si è svolto un dibattito dal titolo "Nuovi Diritti per Nuovi Lavori", al quale hanno partecipato Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana e Susanna Camusso, segretaria generale della CGIL. Vediamo le parti salienti di quello che ha detto la leader del principale sindacato italiano.

Camusso ha esordito dicendo: "Viviamo in una fase di contraddizioni. Se ne vanno dall'Italia 300-400 mila giovani all'anno che non trovano lavorano o si muovono nella precarietà totale.

Abbiamo da anni i tassi più alti di disoccupazione e quelli che lavorano sono impegnati per un numero di ore sempre più alto. (...) Questo modello di distribuzione ha fondato tutto nel nome del profitto e dell'impresa. Inoltre l'Italia considera l'istruzione un privilegio e non come un diritto universale: i figli di laureati vanno all'università, gli altri probabilmente no. C'è poi una gigantesca ondata di privatizzazione, mentre servirebbe più lavoro pubblico e più spazio pubblico. (...) Il sistema delle imprese ha creato un'ideologia basata sempre più sulla flessibilità del lavoro e degli orari, aprendo a nuove diseguaglianze (...) Manca un'idea alternativa al liberismo imperante, di cui non possiamo limitarci a correggere solo le virgole, mentre vanno ricostruiti dei parametri che non siano fondati sulla flessibilità totale".

Camusso parla di riforma delle pensioni e di tasse

La Camusso ha poi parlato delle recenti proposte di riforma delle Pensioni avanzate dal Governo: "Noi diciamo in tutte le salse dal 2011 che la Legge Fornero è ingiusta e sbagliata, quindi qualunque proposta che vuol modificare quella legge a noi interessa molto capirla. Abbiamo però diversi dubbi perché abbiamo intanto sentito 27 modi diversi in cui vorrebbero cambiarla e non c'è chiarezza.

Quando si parla di previdenza i veri diavoli stanno nei dettagli e non nelle proclamazioni quindi capire cosa hanno in mente sarebbe importante: ad esempio i contributi figurativi vengono considerati negli anni contributivi? Chi ha subito la cassa integrazione per anni come viene considerato? Io voglio che la gente vada in pensione prima rispetto a oggi, e non parlo solo di coloro che per fortuna hanno avuto una carriera lavorativa regolare, ma anche di tanti che hanno avuto problemi di vario tipo dopo la crisi.

Inoltre come avviene il ricalcolo? C'è in giro una leggenda metropolitana, diffusa anche dal presidente Inps, che vorrebbe i lavoratori andati in pensione col retributivo come dei privilegiati che rubano di tutto e di più. In realtà le retribuzioni medie del paese hanno valori molto diversi fra loro. (...) Va bene l'idea di reintrodurre le quote, ma sono desiderosa di capire le vere proposte. Se questo è l'unico intervento parliamo di una piccolissima minoranza di lavoratori e non invece ci un intervento che cambia radicalmente la legge Fornero: grossolanamente riguarda solo il lavoro pubblico e gli operai del nord. Mentre tutte le categorie che nella loro storia hanno avuto discontinuità e problemi vari, ad esempio nel Mezzogiorno, non cambiano di una virgola le proprie condizioni.

Mi è chiaro che questo è funzionale a una platea elettorale, ma numericamente si parla di una minoranza, quando invece avevano promesso un cambiamento radicale. Come fece il Governo precedente, si cerca il consenso fra platee ristrette e non ci si occupa del vero nodo di questo sistema previdenziale: sono penalizzati i lavoratori più deboli e non dà alcuna prospettiva ai giovani. Continuando a rinviare questo, fra diversi anni il tutto avrà un costo tale impossibile da affrontare e si saranno costruite intere generazioni di poveri: iniziando a pensarci adesso invece si potrebbe diluire negli anni, costruendo soluzioni. (...) Temo che, poiché hanno deciso di diminuire le Tasse ai più ricchi e quindi non ci saranno nuove entrate, la platea sarà molto ristretta e non ci sarà quindi il segno del cambiamento radicale della legge Fornero che tutti avevano auspicato".

Susanna Camusso si è espressa anche contro l'ipotesi di Flat Tax: "Dentro alla narrazione liberista c'è l'idea che tagliare le tasse è cosa buona e giusta. Ma ci sono grandissimi pezzi di popolazione che ci rimettono dalla Flat Tax, sia in modo diretto perché chi guadagna più di loro finirà col pagare meno, sia perché poi qualche ministro verrà a proporre la Spending Review e quindi di tagliare altri servizi sociali, penalizzando sempre i soliti. E' un'idea che si vede applicata fin dai tempi dei Governi di Berlusconi".

Camusso ha poi proseguito: "Il decreto Di Maio ha partorito un topolino, non ha certo costruito la rivoluzione del mercato del lavoro. Anzi poi hanno avuto paura che il topolino corresse troppo veloce e hanno reintrodotto pure i voucher, il tutto senza dire 'bah' su cose che producono diseguaglianze e guasti in questo paese.

(...) La politica dovrebbe pensare al fatto che tutto è rancoroso, sovra-tono e senza misura: non c'è invocazione di una rappresentanza ma di chi protegge i tuoi interessi. La politica non dovrebbe avere una funzione corporativa, ma produrre il cambiamento in positivo delle condizioni del paese. Questa stagione politica ha fra gli effetti l'avere una gigantesca corporativizzazione in nome dei più forti e di chi continua a scavare rancori e divisioni. Servirebbe anche una riflessione dell'opposizione: un paese che si corporativizza è ancor peggio del paese frammentato effetto della crisi perché è la guerra del tutti contro tutti".

Camusso: 'Le persone non sono diventate razziste, hanno paura: serve legge per ingresso regolare migranti'

La leader della CGIL ha poi detto in conclusione: "Il nostro paese, come altri, ha sdoganato i fascisti. La Costituzione prevede il divieto di ricostruzione del partito fascista, eppure nessuno sanziona Casapound o Forza Nuova: troppi in politica sottovalutano questi problemi. (...) La condanna europea ad Orban è arrivata troppo in ritardo, anche sul piano delle barriere valoriali. Le ragioni dello spostamento verso il fascismo sono figlie di un disagio. Le persone non sono diventate razziste, ma hanno paura: noi siamo un paese di spaventati, in quanto le persone non capiscono perché hanno perso sicurezza e si sentono prive di prospettive.

Invece di pretendere delle politiche, si scaricano queste paure nei confronti dei diversi e dei migranti. (...) In tante occasioni mi dicono che i migranti entrano prima nelle liste per gli asili perché hanno un reddito basso e scavalcano gli italiani, a questo si deve rispondere che il problema è il fatto di avere pochi asili nido. Questo paese ha tagliato e privatizzato i servizi per tutti e il dibattito è tutto su domande securitarie, se non usciamo da questa logica si continueranno ad avere risposte che sottrarranno altre risorse alle condizioni delle persone, senza rispondere a disagi e bisogni. Ma reagendo così si rischia di andare verso una deriva di totalitarismo fascista. Sui migranti non possiamo limitarci a dire "restiamo umani", quella è la precondizione, ma va fatto un ragionamento che chiede regole di integrazione.

Io penso che dobbiamo essere meno difensivi: dobbiamo pretendere una legge che permetta l'ingresso regolare in questo paese: questo è il vero scandalo. Si sta zitti sul fatto che c'è una tratta di braccia che vanno al lavoro nero coi caporali. A questo non si pone rimedio solo con le indagini ma anche ricostruendo canali regolari che permettano alle persone di venire regolarmente e cercare lavoro. Altrimenti non riusciamo a ricostruire una cultura valoriale del paese che eviti di scaricare i problemi sui più deboli"