Il Ministro del Lavoro Di Maio ha affermato oggi che nella nota di aggiornamento del Documento economico finanziario emerge che le ipotetiche risorse a disposizione per poter procedere all'avvio del reddito e della pensione di cittadinanza dovrebbero ammontare a 10 miliardi di euro, secondo le prime stime, dei quali 2 miliardi saranno destinati alla riforma dei centri per l'impiego. Un compito di non poco conto dato che solo il 3,4% delle persone che si rivolgono al centro per l'impiego riescono poi a trovare davvero lavoro. Infatti molti centri per l'impiego hanno un numero di dipendenti esiguo rispetto agli iscritti alle liste di collocamento e le tecnologie di cui dispongono sono arretrate.

Secondo i calcoli del Movimento 5 stelle, tale provvedimento dovrebbe riguardare circa 6,5 milioni di persone, tutte sotto la soglia di povertà. Data la limitata somma disponibile, il Movimento negli ultimi giorni ha ipotizzato di avvalorarsi dell'isee, per poter restringere la platea.

Di Maio, afferma che di tale manovra ne potrebbero beneficiare anche i commercianti

Secondo Di Maio accreditando il sussidio del reddito di cittadinanza sul tesserino sanitario, i cittadini sarebbero obbligati ad acquistare in Italia, e quindi ne beneficerebbero anche i commercianti. A tal proposito, si potrebbe innescare un meccanismo che potrebbe portare ad un aumento delle assunzioni.

Di Maio, durante la registrazione della trasmissione Quarta Repubblica su Rete 4, ha affermato infatti che l'ideale sarebbe accreditare, il reddito di cittadinanza sul tesserino sanitario con chip, ma aggiunge che al momento verrà utilizza la carta elettronica.

L'importo dovrà, quindi, essere speso nel territorio italiano per limitare gli eventuali acquisti fuori dal territorio italiano.

Il reddito di cittadinanza è una misura attiva

A chi si preoccupa, nel caso in cui questa manovra verrebbe attuata, se ciò potrebbe far aumentare il lavoro in nero, Di Maio ha risposto che i beneficiari del reddito di cittadinanza saranno obbligati a ricercare attivamente il lavoro e saranno impegnati in lavoro di pubblica utilità e corsi di formazione, se il beneficiario non si presentasse a lavoro, senza valida giustificazione, sarà compito del Sindaco o del Centro per l'impiego comunicare della mancanza del beneficiario.

In quel caso il reddito di cittadinanza verrebbe revocato.

Il reddito di cittadinanza dovrebbe, nel caso di approvazione, entrare in vigore a partire da marzo del prossimo anno, e andrebbe a sostituire il reddito di inclusione 2018, e spetterebbe a chi ha compiuto 18 anni di età, risiede in Italia e appartiene a una delle seguenti categorie:

  • cittadinanza italiana;
  • essere disoccupati o inoccupati;
  • avere un Isee sotto una certa soglia, che si aggirerà tra i 7-8000 euro