Si prevede una class action contro l'improvvisa decisione sulla libera vendita di Cannabis light imposta da una recente sentenza della Cassazione. Sebbene il ministro Bussetti si sia dichiarato soddisfatto della decisione giuridica, dal resto del Paese si leva un grido di protesta.

Vietata la vendita di cannabis light in Italia, lo stabilisce la Cassazione

Non ci sta il commerciante Gioel Magini di Sanremo, proprietario di un cannabis shop, a seguire una sentenza per lui ingiusta e immotivata. E insieme a lui, pare che molti altri commercianti di cannabis light siano già sul piede di guerra tanto da ipotizzare una vera e propria class action.

"Ho chiuso una pizzeria da asporto per aprire il mio cannabis shop" - dice Magini, proprietario di uno dei Cannabis Amsterdam Shop di Sanremo per cui gli affari devono andare evidentemente bene. Chiudere per sempre le saracinesche di questi negozi sarebbe, per i commercianti del settore, una decisione al limite della fantascienza.

"Ci vogliono ridurre sul lastrico, improvvisamente e senza alcuna colpa": lo sfogo del commerciante fa da eco a quello di molti altri colleghi. E aggiunge un paragone lapalissiano: "È come se per combattere l'alcolismo decidessero di bloccare la vendita di bibite analcoliche".

Una class action per la vendita della cannabis light

Il commerciante sanremese continua e rilancia l'ipotesi di una class action contro la sentenza della Cassazione che vieta la vendita dei derivati della marijuana.

Ai commercianti viene, però, in soccorso Federcanapa che puntualizza: "La sentenza non obbliga la chiusura dei negozi di cannabis". L'escamotage starebbe nella quantità di principio attivo presente nei prodotti di libera vendita.

La Cassazione ha stabilito che è vietata la cessione, la vendita e in generale la commercializzazione al pubblico di prodotti a base di marijuana salvo che tali prodotti siano privi di efficacia drogante.

Federcanapa, quindi, prova a rassicurare i commercianti che già stanno facendo muro contro il ministro Bussetti.

I prodotti in vendita nei cannabis shop italiani, infatti, hanno livelli di Thc ben inferiori ai limiti di legge pari allo 0.5%. Fedecanapa conferma: "Come da comprovata letteratura scientifica e dalla tossicologia forense" i prodotti in libera vendita hanno quantità di principio attivo molto basse, il che rappresenterebbe il via libera per la normale attività di vendita, senza particolari allarmismi.

La posizione del ministro Bussetti sulla cannabis

"Io sono favorevole a questa sentenza - ha fatto sapere il ministro, che ha aggiunto - io sono contrario all'uso di qualunque tipo di droga, e quindi anche alla loro commercializzazione". La questione tra Politica e Commercianti rimane aperta. Certo è che i commercianti della cannabis light non hanno alcuna intenzione di cedere. Il braccio di ferro sembra essere iniziato.