Sull'attuale Governo è caduta una mannaia pesantissima per l'economia del nostro Paese: la lettera di ArcelorMittal che dichiara senza mezzi termini di voler recedere dall'accordo firmato un anno fa, il 1° novembre 2018, e di restituire al mittente la gestione dell'Ilva per tre motivi sostanziali, primo fra tutti, lo scudo penale inserito nell'accordo, eliminato, reintrodotto, e rieliminato definitivamente qualche giorno fa.

In due contesti televisivi diversi, Carlo Calenda e Marco Bentivogli hanno dato il loro parere sulla spinosa vicenda, spiegando che in effetti la clausola dello scudo penale era stata inserita nel contratto, accettata da tutti i firmatari, ma eliminata una prima volta dopo le elezioni europee, secondo Bentivogli per il tentativo dei Cinquestelle di recuperare l'elettorato perso in quella occasione.

Lo scudo penale va e viene

Secondo Carlo Calenda, nella trasmissione Otto e Mezzo con Lilli Gruber, lo scudo penale assicurava l'immunità penale nel corso dei lavori di adeguamento degli impianti industriali, ma garantiva anche che tutto quanto l'iter di ristrutturazione si sarebbe svolto nel pieno rispetto delle leggi vigenti. Lo scudo è stato eliminato per una imposizione di cinque senatori del Movimento 5Stelle capeggiati dalla Lezzi, con l'appoggio di Pd e Renzi, che ora dicono che è colpa di "Tizio, Caio e Sempronio, ma è solo colpa loro".

La cosa più incredibile – sempre secondo Calenda – è che gli stessi che hanno firmato quella clausola "ora l'hanno cancellata". Dopo la prima eliminazione dopo le elezioni europee, lo scudo penale era stato reintrodotto in sordina da Di Maio, sollecitato dai numerosi allarmi dei sindacati.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte avrebbe addirittura dichiarato che la clausola non esiste, "La norma sullo scudo penale non era nel contratto e non può essere invocato per giustificare il recesso", convocando un vertice con i rappresentanti di ArcelorMittal per il 6 novembre.

Il futuro dell'industria italiana a rischio

Il Segretario generale di Metalmeccanici Fim Cisl Marco Bentivogli è intervenuto sulla questione ancora una volta nella trasmissione Omnibus di La7, ribadendo un allarme che aveva già lanciato più volte nei giorni scorsi, e affermando che se la Politica si fa gridando "Onestà onestà", senza conoscere nulla della situazione industriale italiana; allora i problemi dei migliaia di lavoratori coinvolti non saranno risolti, e non si può sperare in qualcosa di diverso per il prossimo futuro.

Lo stesso Bentivogli, commentando anche la paurosa situazione del Sud dell'Italia, come emersa anche dal rapporto Svimez, ha sottolineato l'incongruenza della politica del Governo, che "non sta facendo nulla per la crescita, anzi, continua a mettere ostacoli all'impresa italiana. La Germania ha stanziato 40 miliardi per innovazione e ricerca, l'Italia ha tassato le auto aziendali, fra le altre cose, questa si chiama schizofrenia politica".

L'onorevole Anna Macina, portavoce dei Cinquestelle in Parlamento, ha dichiarato che la sua parte politica non sarà mai favorevole al ripristino della clausola riguardante lo scudo penale, in quanto ArcelorMittal ha sicuramente sbagliato a redigere il proprio piano industriale e adesso si trova a doverne subire le conseguenze. Alessandra Locatelli, della Lega, ha dichiarato: "A me i Cinquestelle fanno proprio paura, quando parlano con tale leggerezza del destino di migliaia di lavoratori".